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Rupia indonesiana a picco. Interviene il presidente

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Le difficoltà sulle piazze valutarie sono ormai certezza per quasi tutte le vecchie tigri che avevano guidato, ormai diversi anni fa, la riscossa delle economie cosiddette emergenti. Tra le ultime in ordine temporale a soffrire sulle piazze internazionali c’è la rupia indonesiana, ai minimi da tre anni a questa parte e con un outlook negativo almeno sul breve periodo. A fronte di una situazione complessa, e che rende complicato anche il rapporto con l’inflazione,, è intervenuto il presidente Joko Widodo, cercando di rassicurare i mercati.

Il presidente dell’Indonesia ha affermato che le condizioni finanziarie del proprio paese possono considerarsi più che solide, aggiungendo che la situazione è ancora sotto controllo e che i problemi per l’economia che un tempo ruggiva e trainava l’intera area ha spazio per riprendersi, anche se la cosa dovesse costare interventi di carattere pubblico a risollevare un settore privato in estrema difficoltà.

Ancora in difficoltà la rupia

La rupia indonesiana su livelli che non si vedevano dal 2020

La rupia indonesiana torna su livelli che non si vedevano dal momento clou della crisi covid. Per comprare un dollaro, nel momento in cui scriviamo, servono quasi 16.000 rupie – livello che si è fatto sempre più preoccupante a partire da aprile 2023, mese che ha inaugurato un trend negativo per la divisa nazionale di Giacarta. Una situazione che ora si fa più preoccupante, con la svalutazione della rupia che pesa anche sul programma governativo e della banca centrale per cercare di uscire dal circolo vizioso dell’inflazione. Le preoccupazioni hanno raggiunto livelli tali da aver spinto a intervenire direttamente, a mezzo stampa, il presidente del paese Joko Widodo, che ha provato a rassicurare i mercati.

Le condizioni economiche dell’Indonesia sarebbero ancora, citando direttamente il presidente, gestibili. Ci sono inoltre in programma diversi interventi per dare una mano al settore privato: dall’eliminazione temporanea dell’IVA, almeno per determinate categorie, fino all’intervento diretto dello stato, con il proprio capitale, al fine di raggiungere gli obiettivi sui progetti considerati strategici. Nulla di cui preoccuparsi, se non fosse che i mercati hanno una tendenza a preoccuparsi proprio quando si chiede loro cortesemente di non farlo.

Interviene il presidente

Il dollaro forte massacra le valute dei paesi emergenti

Un dollaro molto forte e congiunture economiche certamente poco tranquille stanno contribuendo ad una importante debacle per tutte o quasi le valute delle economie cosiddette emergenti. In Egitto la situazione è ancora più preoccupante, dato che sulla svalutazione pesano pressioni dirette del Fondo Monetario Internazionale, che trovano la ferma resistenza della politica de Il Cairo, in particolare in vista delle elezioni.

Allo stesso tempo la condizione non migliora dalle parti di Ankara, dove fino a oggi la cura da cavallo imbastita dal nuovo governo – a base di politiche monetarie ultra-ortodosse – non sembrerebbe aver ancora sortito gli effetti sperati.

Le preoccupazioni sono diffuse – e queste aumenteranno con il crescere delle tensioni tanto di carattere geopolitico quanto di carattere più schiettamente economico. Preoccupazioni che sarà difficile risolvere sul breve – e probabilmente anche sul medio e sul lungo periodo.

Occhi aperti sull’andamento delle coppie esotiche

Non è il momento giusto per chi cerca avventure. La fase economica è complessa anche per un mercato, quello del Forex che storicamente e statisticamente si muove meno dell’azionario e dei mercati più squisitamente di rischio.

Avventure che, ammesso debbano essere inserite in portafoglio, non dovranno comprendere le coppie esotiche, mai come oggi incerte, mai come oggi in trend facilmente ribaltabili anche dalla più tenue delle notizie.

Per il resto, servirà forse un rallentamento del dollaro per far respirare economie, quelle emergenti, già in grave difficoltà e che soffrono il rallentamento della domanda globale, gli stessi problemi che stanno causando affanni all’economia cinese.

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