News, Forex

Ungheria: analisti vogliono 100 bps di tagli | Dilemma fiorino debole

Avatar di Gianluca Grossi
Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
Scopri i nostri principi editoriali

I tassi più alti all’interno dell’Unione Europea potrebbero essere oggetto di un importante taglio. I dati sull’inflazione per l’economia ungherese – secondo il consenso che si è formato tra gli analisti – imporranno alla locale banca centrale un taglio di 100 punti base, un 1% che porterà i tassi di riferimento dal 10% al 9%. Tutto questo nonostante il fiorino ungherese stia vivendo una fase piuttosto complicata sul mercato, con il cambio contro l’Euro che è ai minimi da 4 mesi a questa parte. Sarà questo dunque l’equilibrio sul quale la banca centrale di Budapest dovrà cercare di muoversi, tenendo conto anche di importanti pressioni politiche che arrivano dal governo.

I tassi più alti dal 2009 infatti sono ritenuti dal governo stesso responsabili di una crescita piuttosto fiacca e che potrebbe presto diventare un problema politico dalle parti di Budapest. I tagli sarebbero dunque in linea con quanto comanderebbe un’inflazione che è in discesa importante, ma che potrebbe trovare appoggio per un rimbalzo proprio dalla scarsa forza mostrata dal fiorino sulle principali piazze internazionali.

Il dilemma di Budapest

A voler esercitare pressioni sulla banca centrale ungherese sono diverse forze. Quelle che arrivano dal ragionamento economico, che a fronte di un calo importante dell’inflazione cominciano a vedere pochi motivi per giocare d’attesa – come invece avverrà probabilmente nell’area euro. Decisioni di questo tipo però non possono essere prese in relazione ad una sola variabile e da altri fronti arrivano altri tipi di pressioni.

Il fiorino ha raggiunto infatti quota 390 contro l’Euro, livello che non si vedeva da più di 12 settimane e che segnala una debolezza intrinseca della valuta con la quale si dovrà fare i conti in caso di un taglio di un ulteriore punto percentuale ai tassi praticati da Budapest.

Ed è per questo che negli ultimi verbali diffusi dalla banca centrale per la prima volta è stato presente del dissenso, una difformità di opinioni per una situazione che sembra di difficile soluzione, con la stessa banca centrale che ha invitato tutti a rendersi conto del fatto che senza trovare una base di appoggio per il valore del fiorino negli scambi internazionali difficilmente si potrà procedere con ulteriori ai tassi senza preoccuparsi delle eventuali conseguenze.

Gioco di equilibri che però non convince gli analisti – che secondo quanto raccolto da Bloomberg puntano tutti a un taglio di almeno 100 punti base. E non convince neanche il governo, alla disperata ricerca di una mano da parte della banca centrale, in termini di tagli ai tassi, per aiutare anche una crescita che ormai latita da tempo e che è un capitale politico che chiaramente non si vuole sperperare.

banca centrale ungherese tagli
Situazione difficile per la banca centrale ungherese

All’interno dell’UE situazioni radicalmente diverse

È un po’ lo specchio dell’UE non coincidente perfettamente con l’area euro. Si andrà a diverse velocità, con i problemi di Francoforte che sono diversi da quelli di Budapest e che potrebbero comandare decisioni, almeno per tempistiche, piuttosto differenti. Il gioco d’attesa di Francoforte causa però preoccupazioni e problemi a Budapest, secondo il vecchio adagio della Sparta che non può ridere quando Atene piange. E in una situazione del genere nessuno o quasi vorrebbe essere nei panni della banca centrale ungherese, stretta tra tre fuochi, un politico e due economici, che renderanno la decisione molto sofferta.

Inflazione e necessità di crescita economica spingerebbero comunque verso tagli sostanziosi, che lascerebbero comunque il fiorino in territorio ampiamente restrittivo, ma con meno pressioni appunto sull’economia. Sarà con ogni probabilità questa la linea a prevalere dalla banca centrale, per quanto in molti la indichino come il possibile inizio del diluvio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *