Una settimana di dati sull’inflazione: Christine Lagarde mette le mani avanti, ma i mercati…

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Christine Lagarde lo ha ripetuto in chiusura di settimana: il ritorno al 2% sarà bumpy, ovvero accidentato, che tradotto nella lingua di noi comuni mortali vuol dire che non dovremo attenderci dati in calo lettura dopo lettura. E con i dati che arriveranno, in forma finale, la prossima settimana, potrebbero esserci delle sorprese. La situazione sul fronte tagli ai tassi in Europa non è forse la più singolare, ma è certamente quella sulla quale si interrogano di più gli investitori sul mercato del Forex, data anche la rilevanza di questa valuta sui mercati.

Un percorso accidentato dunque, che i mercati hanno interpretato come scarsa volontà di ECB, o BCE che dir si voglia, di procedere a tagli ai tassi progressivi, rimandando la decisione a data da destinarsi e quando i dati saranno più chiari. Chiarezza dei dati che però è attesa da tempo e che purtroppo non è ancora arrivata, gettando nello sconforto e nell’incertezza anche chi vuole posizionarsi su EUR con orizzonti magari più di lungo periodo. Sarà comunque l’ennesima settimana di passione, principalmente per dati macro che contribuiranno a esacerbare tensioni già presenti sui mercati.

Arrivano i dati, e con loro le preoccupazioni

Settimana macro: occhi puntati sull’area euro

I mercati aspetteranno con una relativa ansia i dati che arriveranno martedì 18, quando in Italia saranno le 11:00 del mattino. Arriveranno infatti dati sull’inflazione dai quali nessuno si attende dei miracoli, ma che saranno comunque una buona indicazione per quanto riguarda il futuro andamento anche delle decisioni di politica economica che riguardano la principale banca centrale d’Europa e la seconda al mondo.

I mercati si aspettano una lettura al +2,6% e dunque in leggero rialzo rispetto alla lettura precedente, segnale del fatto che il bumpy citato da Christine Lagarde non è soltanto un’intuizione della governatrice della Banca Centrale Europea, ma una convinzione maturata anche dalla lettura dei dati delle economie dei singoli paesi.

Un area euro che mostra però una forte disomogeneità: in Italia i prezzi crescono molto più lentamente che in Germania e in Francia, con la politica tricolore che anche in virtù di questo dato protesta più ferocemente contro le decisioni di politica monetaria di BCE. Gatte da pelare importanti (e aggiuntive rispetto a quelle di Jerome Powell), con i dati sull’inflazione a livello di area euro che possono essere l’unico salvagente di una Christine Lagarde che rischia di imprimere sugli annali il suo periodo di guida di BCE come uno dei peggiori, almeno secondo l’opinione pubblica e politica.

I prezzi crescono ancora troppo rapidamente in Europa

Tanti dati sull’inflazione

Sarà una settimana ricca di dati sull’inflazione. Ci saranno quelli italiani lunedì, quelli del Regno Unito mercoledì, insieme a quelli del Sud Africa e venerdì anche quelli del Giappone. Saranno con ogni probabilità questi i dati che indirizzeranno i mercati per le prossime giornate di trading, in un comparto, quello del Forex, che continuerà a essere dominato in lungo e largo proprio dall’andamento dei prezzi. Una battaglia che forse le banche centrali ritenevano possibile da vincere in tempi più brevi, anche contro i più miti consigli dei mercati.

Quel che è certo è che per i prossimi mesi nessuno vorrebbe essere nei panni di Christine Lagarde, di Jerome Powell e di Kazuo Ueda, chiamati a decisioni difficilissime, spesso incomprensibili e a esprimersi il meno possibile in pubblico, dopo l’enorme cantonata presa proprio con l’inflazione, ritenuta da tutti o quasi i governatori delle banche centrali un fenomeno passeggero che poi passeggero però non è stato.

Intanto sarà un’altra settimana ancora ad alta tensione, con qualche poltrona che scotta di più per ogni mese di assenza di ritirata dell’aumento dei prezzi. Occhi puntati sui dati – e anche sugli stop loss.

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