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Caos Mar Rosso: Italia pronta a intervenire in gruppo di 10 paesi

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Niente Mar Rosso, il che vuol dire niente Canale di Suez, il che vuol dire che le consegne a livello mondiale finiranno per rallentare, e di parecchio. Per quanto sia in preparazione una task force multi-nazionale, per ora si continua a brancolare nel buio, con la pace nei mari che è stata messa a serio repentaglio dagli Houti, gruppo ribelle con alle spalle l’Iran, che ha attaccato più volte navi in transito. I risultati già sono stati trasmessi, almeno in parte, ai mercati: prezzi del greggio e del gas naturale in salita, costi di assicurazione maggiorati che saranno trasferiti 1:1 a chi paga per le spedizioni trans-continentali.

Una situazione che arriva in un momento molto delicato per le economie mondiali e che dovrà essere contenuta il prima possibile. Questo è il messaggio dei diversi governi che stanno cercando di mettere in piedi una forza di intervento nel più breve tempo possibile. L’effetto annuncio ha già, almeno in parte, funzionato, con i prezzi che hanno corretto verso il basso, per quanto governi ancora un certo livello di incertezza.

italia
Per Italia impegno con una o due navi

Giro lungo, costi più alti

Tra le prime a confermare che avrebbe fatto il proverbiale giro lungo è stata la leader delle spedizioni trans-continentali Maersk. Non si passerà da Suez ma si circumnavigherà l’Africa, aggiungendo così almeno 1 settimana alle spedizioni. Questo subito dopo che anche BP aveva annunciato l’interruzione del traffico di tanker nella stessa area. Un Canale di Suez che sembra essere maledetto e che vede ancora una volta problemi importanti al transito, questa volta però dipendenti appunto dall’estensione su territori non convenzionali del conflitto che sta infiammando il Medio Oriente.

Ci saranno ritardi, che sono stati già anticipati da tutti i principali spedizionieri, così come ci saranno enormi rialzi dei costi per le aree più direttamente toccate dal conflitto. E il problema, data anche la situazione del Canale di Panama, potrebbe crescere esponenzialmente anche per le spedizioni dirette in Nord America.

Situazione ancora confusa a Suez

Partecipa anche l’Italia

Discussioni tra Guido Crosetto, ministro della difesa italiano, e la controparte americana Lloyd Austin aiuteranno a definire l’entità dell’impegno italiano nel Mar Rosso. Il governo sarebbe intenzionato a inviare almeno una fregata per pattugliare quella zona di mare e permettere di nuovo, anche se non è chiaro con quali tempistiche, il transito marittimo civile.

Secondo le informazioni che sono disponibili in questo momento, a partecipare alla missione interforze sarà l’Italia con altri 9 paesi, tra i quali anche Bahrein, Francia, Regno Unito. L’Italia starebbe inoltre valutando anche la possibilità di impiegare un secondo vessillo, per quanto manchino per ora conferme di tale scelta.

A partire, per ora, sarà soltanto la Virginio Fasan, classse Fremm nata dalla collaborazione tra Italia e Francia e che sarà trasferita verso il canale di Suez già prima delle feste natalizie e dunque nei prossimi giorni.

Dal Canale di Suez transita una percentuale vicina al 13% del traffico marittimo mondiale, cosa che dovrebbe aiutare a comprendere la portata del problema.

Impegno in tempi brevi ha soddisfatto per ora i mercati

I mercati però si dimostrano fiduciosi: il pronto contatto tra diversi paesi e la volontà chiara di intervenire il prima possibile per normalizzare la situazione ha portato ad un’iniezione di fiducia che ha contribuito a un ritorno dei prezzi, a partire dalle materie prime, più contenuto.

Servirà però ora confermare non solo l’intervento, ma riuscire a difendere il traffico marittimo civile nell’area. Sul fatto di poter ripristinare la normalità in tempi brevi continua a permanere più di qualche dubbio. La situazione andrà seguita, in particolare per quei settori maggiormente sensibili a problematiche di questo tipo. In attesa di novità anche dai principali spedizionieri a livello mondiale.

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