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DiamondBack manca le previsioni del primo trimestre

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Diamondback Energy Inc (FANG.O), produttore di petrolio e gas di scisto, ha pubblicato i risultati del primo trimestre che hanno registrato un profitto inferiore alle stime di Wall Street. Questo calo è stato causato dal ribasso dei prezzi del petrolio greggio, che hanno fatto registrare una media di 82 dollari al barile nel periodo gennaio-marzo, in calo del quasi il 16% rispetto all’anno precedente. Il clima di incertezza sullo stato dell’economia globale ha influito sui prezzi complessivi del greggio.

La società ha riportato una media di produzione di 425.022 barili di equivalente di petrolio al giorno (boepd), in crescita rispetto ai 381.378 boepd dell’anno precedente. Tuttavia, i profitti medi realizzati sono stati di 49,72 dollari per barile nel trimestre riportato, in calo del 29% rispetto all’anno precedente. Di conseguenza, le azioni della società hanno subito una flessione del 2%.

Immagine di copertina, "DiamondBack, Il profitto del primo trimestre è inferiore alle aspettative" immagine di un giacimento di petrolio di cisto.
L’azienda ha riportato un profitto medio di 49,72 dollari al barile.

I risultati del primo trimestre

Durante il primo trimestre, Diamondback ha registrato un reddito netto rettificato di $751 milioni, ovvero $4,10 per azione diluita, che si è rivelato inferiore alla stima di consenso di Zacks di $4,36 per azione. Lo stesso trimestre dell’anno precedente, la compagnia aveva registrato un reddito netto rettificato di $929 milioni, pari a $5,20 per azione diluita.

I ricavi di Diamondback del primo trimestre 2023 sono stati di $1,9 miliardi, il che rappresenta una diminuzione rispetto ai $2,4 miliardi del periodo corrispondente dell’anno precedente ed è stato al di sotto della stima di Zacks del 1,31%.

La riduzione dei prezzi realizzati ha influenzato i ricavi e i guadagni della società nel trimestre appena concluso. I prezzi realizzati medi non coperti di Diamondback nel primo trimestre 2023 sono stati di $73,11 per barile di petrolio, $1,46 per Mcf di gas naturale e $23,16 per barile di liquidi di gas naturale (NGL), portando a un prezzo medio totale non coperto di $49,72 per barile equivalente di petrolio, una diminuzione del 29% rispetto allo scorso anno.

Immagine di una freccia rossa che precipita verso un basso e di tante piattaforme petrolifere.
La discesa dei prezzi del petrolio ha inciso negativamente sui profitti di Diamondback.

Le dichiarazioni di Diamondback

Diamondback si è dimostrata ottimista, dichiarando che l’inflazione dei costi nelle sue operazioni sta cominciando a diminuire. La compagnia ha espresso la convinzione che i costi dei pozzi abbiano raggiunto il massimo nei due trimestri precedenti e che ci sarà una diminuzione significativa nei prossimi trimestri, in quanto sia i costi delle materie prime, tra cui acciaio, diesel e sabbia, che i costi dei servizi sono in diminuzione.

Diamondback prevede che il numero di impianti gestiti dall’azienda si ridurrà a una media di 14-15 impianti nella seconda metà del 2023, a fronte del picco di 16-17 impianti gestiti durante l’anno. Inoltre, l’azienda ha confermato il suo budget annuale di spesa di $2,5 miliardi-$2,7 miliardi, con un carico di spesa in conto capitale che diminuirà nella seconda metà dell’anno.

Inoltre, Diamondback ha sottolineato l’importanza del ritorno del capitale e, pertanto, ha restituito ai suoi azionisti il 75% del flusso di cassa libero di $646 milioni generato nel primo trimestre, pari a $485 milioni, come promesso. Il ritorno di capitale è stato effettuato attraverso dividendi di base trimestrali, dividendi variabili e riacquisto di azioni per un valore di $332 milioni.

Nei primi anni di attività giornalistica si è dedicato principalmente al mondo delle crypto, in seguito è approdato su TradingOnline.com per occuparsi del settore tech e di innovazione.

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HSBC nomina la prima donna nel ruolo di direttore finanziario

In HSBC arriva la prima nomina di una donna al ruolo di direttore finanziario. È il primo passo di un cambio radicale di strategia.

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HSBC nomina la prima donna nel ruolo di direttore finanziario

Importanti cambiamenti in vista per HSBC Holdings, che ha annunciato l’intenzione di unire alcune attività di banca commerciale e di investimento. In altre parole l’istituto ha allo studio un’ampia revisione sono la guida di Georges Elhedery, nuovo Ceo, che dovrebbe riuscire a ridurre i costi e, contemporaneamente, a migliorare i rendimenti.

La nuova struttura dirigenziale di HSBC include anche la nomina di Pam Kayr, la prima donna ad assumere il ruolo di direttore finanziario dell’istituto, che, in questo modo, permetterà al gruppo di liberare tutto il potenziale e guidare i successi del futuro.

Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire quali siano le novità di HSBC.

La rivoluzione di HSBC

A grazie a questa profonda revisione, Elhedery ha intenzione di affrontare e risolvere uno dei più importanti problemi relativi a HSBC. La banca commerciale serve qualcosa come 1,2 milioni di clienti aziendali, tra i quali ci sono sia le startup che le grandi aziende. Da tempo il management ritiene che ci siano le potenzialità per aumentare vertiginosamente i profitti, nel caso in cui questi clienti fossero convinti ad acquistare più prodotti.

I dirigenti della divisione commerciale, però, hanno sempre cercato di proteggere i clienti dai tentativi di vendite incrociare da parte degli investment banker della divisione Global Banking. Con la fusione dei due diversi rami – operazione che avverrebbe a livello globale, con la sola eccezione di Hong Kong e del Regno Unito – Elhedery spera di riuscire a promuovere una più stretta cooperazione. Ma soprattutto di riuscire a concretizzare l’obiettivo che si è fissata HSBC di effettuare delle vendite incrociate di più prodotti a clienti orientati a livello internazionale.

Per il momento HSBC non ha ancora reso note quali potrebbero essere i risparmi sui costi previsti, né quanti posti di lavoro sono interessati dalle novità. Maggiori dettagli potrebbero emergere nel momento in cui la HSBC pubblicherà i dati relativi al terzo trimestre il prossimo 29 ottobre 2024.

La nuova unità bancaria aziendale e istituzionale ospiterà una nuova divisione combinata di banca commerciale e di banca e mercati globali, nonché attività di banca all’ingrosso occidentali, tra cui Europa e Americhe.

Le azioni di HSBC sono rimaste pressoché invariate sulla piazza di Hong Kong, in calo solo dello 0,1%. La reazione a Londra è stata altrettanto moderata, con il titolo in calo dello 0,4% in linea con l’indice FTSE 100.

Ben Toms, analista di RBC Capital Markets, ha spiegato che l’annuncio riguarda solo le diverse parti del gruppo, senza cambiare il quadro generale. La vera domanda da porsi in questo momento – e che il mercato si aspetta di sentire, dato che la banca sta cercando di tagliare i costi per compensare la pressione sui ricavi – è quali parti di HSBC potrebbero essere le prossime a essere tagliate e quanto costerà questa ristrutturazione alla banca.

HSBC cambia il management

Oltre alla revisione strutturale, HSBC ha annunciato una serie di cambiamenti al vertice aziendale.

Pam Kayr, 60 anni, assume il ruolo di CFO dopo aver ricoperto il ruolo di Chief Risk and Compliance Officer di HSBC. È entrata a far parte della banca nell’aprile 2013 come Group Head of Internal Audit. Tra gli altri cambiamenti chiave nella gestione, Greg Guyett, CEO Global Banking and Markets, assumerà il ruolo di nuova creazione di Presidente dello Strategic Clients Group.

Secondo quanto riportato da una nota interna, Colin Bell, responsabile per l’Europa della banca e un tempo considerato un potenziale candidato per il ruolo di CEO, lascerà la banca, così come Stephen Moss, responsabile per il Medio Oriente.

HSBC, che impiega circa 214.000 persone in tutto il mondo, da anni sta eliminando i ruoli duplicati e riducendo le sue attività nei mercati occidentali come Stati Uniti, Francia e Canada, concentrandosi sull’Asia e sui mercati in cui ha una dimensione maggiore.

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Tesla, Musk dovrà fare maggiore chiarezza sul robotaxi e dissipare i dubbi degli investitori

Elon Musk dovrà chiarire molti dubbi e fornire altre indicazioni sul robotaxi di Tesla. Ecco cosa si aspettano gli investitori.

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Tesla, Musk dovrà fare maggiore chiarezza sul robotaxi e dissipare i dubbi degli investitori

Riflettori puntati su Tesla, che mercoledì 23 ottobre 2024 presenterà i risultati trimestrale agli investitori e agli analisti. L’occasione, indubbiamente, è importante perché permette di comprendere quali siano i piani di Elon Musk per il robotaxi, che è stato sontuosamente presentato proprio questo mese: i dettagli chiave, però, sono stati carenti e hanno fatto crollare le azioni in Borsa. 

Musk ha presentato il veicolo a guida autonoma della Tesla per venti minuti e non ha, infatti, lasciato tempo ai presenti per fare delle domande. Un evento ritenuto deludente dagli investitori, che a questo punto vorrebbero avere delle maggiori informazioni sulle attività dell’azienda, che sono, appunto, le vendite di auto. Stanno migliorando? Quali sono i margini di profitto di Tesla? Sono in molti ad aspettarsi un calo delle consegne nel terzo trimestre 2024: il primo in assoluto per il produttore auto guidato da Elon Musk.

Ma vediamo un po’ quali sono le domande che si è posta Wall Street e per le quali si aspetta delle risposte.

Tesla dovrà fornire dei dettagli sul robotaxi

Valutata 700 miliardi di dollari, gran parte del valore di Tesla si basa sulle promesse di Elon Musk, che ha ribadito che il software Autopilot diventerà una delle basi del suo business di robotaxi. Tra le domande che molti analisti e investitori porranno ci sono, senza dubbio, quelle legate alle tempistiche di produzione e alle strategie di vendita che verranno adottate.

Stando alle anticipazioni dello stesso Musk, il robotaxi dovrebbe entrare in produzione nel 2026: il suo costo non dovrebbe superare i 30.000 dollari. Sarà possibile utilizzarlo senza la supervisione del software Full Self-Drive di Tesla a partire dal 2025 in Texas e in California.

Ad ogni modo a preoccupare, per il momento, è l’indagine avviata dall’ente regolatore della sicurezza automobilistica statunitense, che ha messo sotto esame 2,4 milioni di veicoli Tesla dotati di software FSD, dopo che sono state segnalate quattro collisioni ed un incidente mortale nel 2023.

Stando ai dati diffusi dalla stessa casa automobilistica, utilizzando FSD le auto Tesla sono arrivate a percorrere la bellezza di 1,6 miliardi di miglia.

Alcuni analisti di Wall Street, ad ogni modo, hanno spostato la loro attenzione sull’evento Cybercab. In una nota, gli esperti di Barclays hanno sottolineato come con il Robotaxi Day Tesla abbia focalizzato tutta l’attenzione sul robotaxi. Adesso è tempo che si torni sui fondamentali.

Alcuni analisti intervistati da Visible Alpha ritengono che Tesla riporterà un margine lordo automobilistico del 14,9%, esclusi i crediti normativi, per il trimestre che si è concluso il 30 settembre. Tra aprile e maggio 2024, Tesla ha registrato il 14,6%.

L’azienda ha tagliato i prezzi per stimolare la domanda in mezzo a tassi di interesse elevati, ma con scarso successo. Ha offerto incentivi e opzioni di finanziamento a basso costo, soprattutto in Cina.

Gli analisti prevedono che ciò danneggerà il suo margine, un parametro in cui Tesla ha avuto a lungo un vantaggio rispetto alle case automobilistiche tradizionali.

A cosa deve puntare Tesla

La reale sfida di Tesla è quella di superare i numeri delle consegne dell’anno scorso. Questo è il motivo per il quale si prevede che l’azienda aggiornerà le sue previsioni annuali.

A meno che l’azienda non riesca a consegnare più di 516.000 veicoli nel quarto trimestre, solitamente il periodo di maggiore crescita per le vendite di automobili negli Stati Uniti, è probabile che registrerà un leggero calo nelle consegne annuali.

L’azienda deve affrontare una forte concorrenza in Cina da parte di attori nazionali come BYD, che offrono diversi modelli più economici. Tuttavia, le vendite di Tesla in Cina sono aumentate del 66% a 72.000 unità a settembre, segnando il suo mese migliore quest’anno. Le vendite del terzo trimestre nel paese sono aumentate del 12%, aiutate da accordi di finanziamento e sussidi di permuta da parte dei governi locali.

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American Express, i ricavi a 16,64 mld $ fanno crollare le azioni a Wall Street

Riflettori puntati sugli utili di American Express, che sono positivi ma non inferiori alle aspettative degli analisti. E il titolo crolla in Borsa.

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American Express, i ricavi a 16,64 mld $ fanno crollare le azioni a Wall Street

Nel terzo trimestre 2024, American Express supera le aspettative sul controllo dei costi. Il colosso delle carte di credito ha annunciato, infatti, gli utili del periodo compreso tra luglio e settembre di quest’anno, nel quale ha beneficiato di una gestione disciplinata delle spese, che ha sostanzialmente permesso di attutire il colpo determinato da una crescita più lenta delle commissioni.

Ad ogni modo le azioni di American Express hanno perso il 5%, anche se l’azienda ha aumentato le previsioni degli utili per il 2024.

American Express, numeri positivi per il 2024

American Express, quest’anno, può ringraziare i clienti più facoltosi, che le hanno permesso di mantenere degli accantonamenti relativamente più bassi per le perdite sui crediti rispetto alle altre società, che hanno una platea più ampia di utilizzatori, molti dei quali con un reddito più basso.

Ma non solo: American Express è riuscita a gestire con moderazione i premi e le altre spese, riuscendo, in questo modo, a superare le aspettative di profitto anche nei momenti in cui la crescita dei ricavi languiva.

Keith Horowitz, analista di Citi, ha spiegato che questo trimestre è un’ulteriore dimostrazione della capacità del management di adattare le spese per raggiungere gli obiettivi di utile per azione (EPS) quando il fatturato è più debole.

Le spese totali di American Express – stando alle stime elaborate da LSEG – sono state pari a 12,08 miliardi di dollari nel trimestre, inferiori alle aspettative di 12,74 miliardi di dollari.

I ricavi sono aumentati dell’8% a 16,64 miliardi di dollari, ma sono rimasti al di sotto della stima di 16,67 miliardi di dollari. I ricavi da sconto, ovvero la commissione che guadagna dai commercianti per facilitare le transazioni, sono aumentati del 4%, mentre gli analisti si aspettavano una crescita del 5,3%.

L’utile è aumentato del 2% a 2,51 miliardi di dollari per i tre mesi conclusi il 30 settembre. Su base per azione, ha guadagnato 3,49 dollari rispetto ai 3,28 dollari previsti dagli analisti.

La società stima ora un utile per azione (EPS) per il 2024 compreso tra 13,75 dollari e 14,05 dollari, superiore al precedente intervallo compreso tra 13,30 dollari e 13,80 dollari.

In una nota gli analisti di William Blair hanno affermato che le aspettative erano elevate, ma crediamo che le opportunità di crescita restino grandi e la valutazione interessante.

L’uscita dalla Russia di American Express

Le notizie sugli utili di American Express sono positive alla luce di quanto è accaduto ad agosto, quanto la banca centrale russa ha annullato la licenza bancaria della filiale russa dopo che l’unità locale ha presentato una richiesta di liquidazione volontaria.

A maggio il presidente russo Vladimir Putin ha decretato che American Express avrebbe potuto liquidare le sue attività in Russia, poco più di due anni dopo che la società aveva sospeso tutte le sue operazioni in Russia in risposta a quello che la banca ha definito l’ingiustificato attacco della Russia al popolo ucraino.

American Express si è classificata al 300° posto nel sistema bancario russo in termini di asset. Da metà 2022, le banche straniere hanno richiesto l’approvazione di Putin per uscire dal mercato o vendere quote delle loro attività russe.

Come riportato dal registro delle imprese russo SPARK, la filiale russa della banca ha presentato una domanda di liquidazione all’inizio di luglio.

Nel marzo 2022, poco dopo che Mosca aveva lanciato la sua invasione su vasta scala dell’Ucraina, che la Russia aveva definito una operazione militare speciale, American Express aaveva affermato di avere decine di dipendenti in Russia. Non è stato immediatamente chiaro quanti dipendenti la banca abbia ancora nel paese in questo momento, ma ormai l’azienda lo ha completamente abbandonato chiudendo le attività.

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Netflix, gli abbonati raggiungono i 5,1 milioni. Superate le stime di Wall Street

Netflix ha superato le stime di Wall Street di un milione di utenti. Riflettori puntati sugli abbonamenti con la pubblicità.

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Netflix, gli abbonati raggiungono i 5,1 milioni. Superate le stime di Wall Street

Nel terzo trimestre 2024, Netflix ha totalizzato, complessivamente, qualcosa come 5,1 milioni di abbonati in streaming, superando di oltre un milione le stime di Wall Street. L’azienda ritiene che gli abbonati possano ancora crescere in prossimità delle festività, quando tornerà il drama coreano Squid Game.

Dopo la presentazione degli utili avvenuta nel corso della giornata di giovedì 17 ottobre 2024, le azioni sono salite del 4,8% nelle contrattazioni after-hours. Nel corso del 2024, il titolo Netflix è arrivato a guadagnare il 47%.

Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire perché Netflix ha iniziato a brillare.

Netflix, il nodo degli abbonati

Il ritmo degli abbonati a Netflix rallenta. L’azienda, per questo motivo, ha cercato di spostare l’attenzione degli investitori e degli analisti su altri parametri, come, ad esempio, i ricavi ed i margini di profitto. La società ha deciso di smettere di segnalare i dati degli abbonati a partire dal 2025 e sta iniziando a mettere in bella mostra la crescita dei suoi piani supportati dalla pubblicità.

Per Netflix, i servizi supportati dalla pubblicità hanno rappresentato, sostanzialmente, il 50% delle iscrizioni nel corso del terzo trimestre. Almeno nei paesi in cui era disponibile. Le aspettative di Wall Street erano che la società potesse portare a casa almeno 4 milioni di abbonati tra luglio e settembre. La nuova programmazione, nel corso di questo periodo, prevedeva il giallo  The Perfect Couple e la commedia romantica Nobody Wants This.

Nel corso del trimestre l’azienda ha guadagnato 5,40 dollari ad azione, superando le previsioni del consensus che si fermavano a 5,12 dollari. Il margine operativo, invece, ha raggiunto il 30%, contro il 22% del precedente anno. I ricavi sono saliti a 9,825 miliardi di dollari, appena al di sopra delle previsioni di consenso di 9,769 miliardi di dollari.

Mike Proulx, analista di Forrester, ha spiegato che, almeno in superficie, Netflix sta andando nella giusta direzione. Finanziariamente, i ricavi e i margini operativi continuano ad aumentare e le spese sono in calo.

Ad ogni modo è necessario segnalare che, benché l’aumento dei clienti abbia superato le previsioni, è risultato essere inferiore agli 8,76 milioni che Netflix aveva acquisito nel corso dello stesso trimestre del 2023. Proulx ha spiegato che ciò che preoccupa è il forte calo dei nuovi abbonati netti. Anche se c’è spazio per una crescita a livello internazionale: negli Stati Uniti le cose si stanno esaurendo.

Nel corso degli ultimi tre mesi dell’anno Netflix ha previsto una crescita degli abbonati, che generalmente coincide con il periodo delle festività. Questo, con ogni probabilità, porterà a superare quanto registrato nel corso del trimestre che si è concluso a settembre. Anche se la società non ha fornito dei numeri ufficiali.

I progetti futuri di Netflix

Il volume della programmazione di Netflix è aumentato, anche grazie alle interruzioni degli scioperi ad Hollywood. L’engagement – ossia il tempo trascorso a guardare Netflix – è stato in media di due ore al giorno per utente.

Sebbene Netflix abbia segnalato un aumento degli abbonati nel suo livello supportato dalla pubblicità, non prevede che la pubblicità diventi un fattore di crescita primario prima del 2026.

Parte della programmazione futura è incentrata su eventi live, tra cui lo sport, una grande attrazione per gli inserzionisti. A novembre, Netflix trasmetterà in streaming un incontro tra la star di YouTube Jake Paul e Mike Tyson, seguito da due partite della National Football League il giorno di Natale.

La società ha in programma di aumentare i prezzi anche in Spagna, mente in Italia lo ha già fatto. All’inizio di questo mese, ha aumentato i prezzi in alcuni mercati europei e in Giappone.

Ted Sarandos, amministratore delegato della società, ha respinto l’idea di aggiungere Netflix a un pacchetto scontato con altri servizi di streaming come Walt Disney e Warner Bros Discovery. Sarandos ha spiegato che Netflix si concentra sull’aggiunta di sempre più valore a questo pacchetto, definendolo un modello confortevole per le aziende di media tradizionali.

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Samsung ritarda la consegna delle forniture ASML per lo stabilimento in Texas

ASML deve ritardare la consegna delle forniture per lo stabilimento in Texas di Samsung. Il colosso sudcoreano fatica a trovare a trovare clienti che facciano numero.

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Samsung ritarda la consegna delle forniture ASML per lo stabilimento in Texas

Stop per un’importante fornitura lo stabilimento di Samsung Electronics in Texas, nel quale dovevano arrivare delle attrezzature per la produzione di chip da parte di ASML. Il gruppo sudcoreano non avrebbe ancora trovato dei clienti importanti per il progetto. Ma non solo: Samsung ha deciso di rimandare l’invio di ordini ad altri fornitori per la fabbrica – il cui valore stimato è pari a 17 miliardi di dollari -: il colosso dell’elettronica sarebbe alla ricerca di nuovi clienti. Nel frattempo il personale impiegato in loco è rimasto a casa.

Il ritardo delle consegne delle apparecchiature firmate ASML costituisce un nuovo ostacolo all’avvio del progetto statunitense. E che, soprattutto, sono al centro delle ambizioni di Jay Y. Lee, presidente della Samsung, di espandersi nella produzione di chip di memoria di base, passando alla produzione di chip su contratto, nella quale al momento domina TSMC.

Le ambizioni di Samsung

Il divario tra Samsung e le rivali – oltre a TSMC ricordiamo anche SK Hynx – è enorme: il gruppo sudcoreano sembra in difficoltà a cavalcare l’incremento della produzione di chip di alta fascia per soddisfare la crescente domanda di applicazioni di intelligenza artificiale.

ASML, nella giornata di martedì, ha deciso di rivedere al ribasso le sue previsioni di vendita per il 2025. A determinare questo cambio di passo è la debolezza dei mercati diversi rispetto a quelli dell’intelligenza artificiale e i ritardi nelle fabbriche.

ASML, ad ogni modo, non ha nominato direttamente i clienti che hanno ritardato l’inaugurazione delle proprie fabbriche. Ad anticipare la decisione di Samsung di posticipare le consegne di alcune apparecchiature è stata, per prima, Reuters

Stando ad alcune fonti, i ritardi nelle spedizioni alla fabbrica Taylor della Samsung coinvolgono le apparecchiature avanzate di ASML per la produzione di chip: stiamo parlando, sostanzialmente, della litografia a raggi ultravioletti estremi (EUV).

Le consegne, in un primo momento, erano programmate per l’inizio del 2024. Al momento, però, le macchine non sarebbero state ancora spedite. Samsung non avrebbe fornito dei dettagli sulle apparecchiature o sul programma di consegne rivisto.

Le macchine EUV, che costano circa 200 milioni di dollari ciascuna, operano sul wafer di silicio utilizzando fasci di luce e sono ampiamente utilizzate per produrre chip avanzati utilizzati negli smartphone, nei dispositivi elettronici e nei server di intelligenza artificiale. Non era chiaro quante macchine EUV avesse ordinato Samsung né quali condizioni di pagamento avesse accettato.

L’attività di Samsung è rimasta incagliata

Ad aprile Samsung ha spiegato che la produzione nello stabilimento di Taylor sarebbe iniziata nel 2026 e non più nel 2024, come era previsto in precedenza. Alcuni osservatori ritengono che possa esserci il rischio di ulteriori ritardi.

Gli analisti di Macquarie in un rapporto di settembre hanno spiegato che senza nuovi clienti di volume, anche la tabella di marcia del 2026 appare impegnativa. C’è, infatti, la possibilità di un ulteriore ritardo e di una svalutazione degli asset. La fabbrica potrebbe essere un asset bloccato.

Lee Min-hee, analista di BNK Investment & Securities, ritiene che se Samsung non effettuerà ordini per altre apparecchiature entro l’inizio del prossimo anno, potrebbero verificarsi ulteriori ritardi, dati i tempi necessari per avviare la produzione.

In una nota inviata a Reuters, Samsung ha dichiarato che non ci saranno cambiamenti nel suo piano di avviare la produzione del suo stabilimento di Taylor nel 2026 e che il ritorno del personale rientra in un normale cambio di personale.

Nonostante anni di sforzi per competere con TSMC, la quota di mercato di Samsung nella produzione su contratto, realizzata in fabbriche note come fab o fonderie nel settore dei semiconduttori, è scesa di 8 punti percentuali negli ultimi cinque anni, all’11% nel primo trimestre del 2024, mentre la quota di mercato di TSMC è salita al 61,7% nello stesso periodo.

L’erosione della quota di mercato di Samsung sottolinea le sfide tecnologiche che l’azienda deve affrontare per padroneggiare la produzione avanzata di chip e attrarre aziende come Apple e Nvidia e tenerle lontane da TSMC.

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