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Germania aspetta dati su industria | I peggiori dal 2009

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Sarà una settimana ricca di dati importanti per la principale delle economie europee, quella tedesca. Arriverà infatti – con ogni probabilità – la conferma del calo della produzione industriale per il settimo mese consecutivo, segnale importante sulle difficoltà che non sono soltanto di Berlino ma più in generale di tutta l’area euro. Questo almeno secondo le aspettative che sono maturate tra gli specialisti. Neanche i più ottimisti ritengono che ci possa essere un rimbalzo e vedono – cercando la conferma che arriverà dai dati il prossimo mercoledì.

Ci saranno poi altri dati importanti, sempre per l’economia tedesca: importazioni, esportazioni, bilancia commerciale, con anche questo frangente che difficilmente riporterà dati incoraggianti e che altrettanto difficilmente dissolverà le nubi che ormai coprono le prospettive tedesche da tempo. Prospettive tedesche che sono le prospettive dell’intera area euro, alla ricerca di una nuova locomotiva che non si potrà però trovare a stretto giro.

Arriveranno con ogni probabilità i dati della crisi definitiva

Una settimana di dati macro con aspettative pessime

Sarà una settimana di dati macro, tra i più interessanti proprio quelli che arriveranno dalla Germania, che però presentano aspettative certamente non buone. Si partirà infatti dalla bilancia commerciale, che vedrà esportazioni in forte calo e importazioni che ne seguiranno, a breve distanza, la discesa. Si continuerà poi con e i diversi PMI dai servizi e dall’industria, anche qui con outlook fortemente negativo.

Tutti però aspettano il dato clou, quello che riguarda la produzione industriale della prima manifattura europea: ci si aspetta un calo dello 0,4% mese su mese, che porterà questo dato ai livelli più bassi dalla crisi del 2008/09. Segnale delle grandi difficoltà che l’economia tedesca sta attraversando e anticipatore di quanto aspetta l’Europa intera, che dipende in modo importante dalla capacità di Berlino, Francoforte, Monaco e Amburgo di fare da traino e di nutrire l’indotto francese e italiano in particolare.

Se i dati dovessero essere confermati, si tratterebbe di un disastro di importanti proporzioni, che sarà anticipato da dati che si aspettano dello stesso tenore anche dalla bilancia commerciale francese. Così come ci si aspetta un dato solo moderatamente positivo da altri dati quali la produzione industriale spagnola e le vendite retail in Italia.

crisi germania
Industria tedesca in crisi

Gli altri dati importanti della settimana

Sarà una settimana importante anche per quanto riguarda la pubblicazione di dati che riguardano le aspettative negli USA, già a partire da lunedì. Sempre dagli USA, martedì, ci saranno i dati sulla bilancia commerciale.

Giovedì sarà poi il turno di dati sull’inflazione cinese – con le previsioni che guardano a un calo consistente anno su anno e sempre giovedì ci sarà il solito round di dati che riguardano il mercato del lavoro USA. Sono dati più che mai importanti in questa fase, dato che sarà questo il fattore principale di decisione per Federal Reserve in termini di tassi. Decisioni che con ogni probabilità – questo almeno dice la vulgata – serviranno da guida anche su quanto si farà dalle parti della Banca Centrale Europea. Banca Centrale Europea che però, se dovessero essere confermati i dati delle previsioni sulla produzione industriale tedesca, avrà ben altri problemi da affrontare rispetto all’omologa di Washington.

Certo, non è tra i mandati della BCE garantire il massimo livello possibile di produzione industriale, ma con un rallentamento così consistente dell’economia tedesca le pressioni politiche certamente aumenteranno e si aggiungeranno a quelle che già arrivano da qualche mese dai paesi economicamente meno brillanti.

Sarà una prima parte del 2024 ad alta tensione, che prenderà una direzione più chiara proprio con i dati che arriveranno questa settimana, a conferma di un pessimo stato di forma da parte della principale economia dell’eurozona. Segnali certamente non piacevoli per i mercati, che però continuano a vedere il bicchiere mezzo pieno – e a credere poco a una BCE decisa a mantenere i tassi così elevati almeno fino a giugno.

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