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Il re degli short contro Nvidia e chip. Opzioni put contro il comparto

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Il nome è leggendario e ogni sua mossa sul mercato, anche se non stiamo parlando di un infallibile oracolo. Michael Burry ha chiuso i due importanti short sull’indice Standard & Poor’s 500 e sul Nasdaq 100, per aprirne però un altro che sarà certamente destinato a far discutere molti. Scion Asset Management ha acquistato infatti opzioni put su 100.000 azioni dell’ETF iShares Semiconductor, che al suo interno include una delle stelle del 2023, NVIDIA, e altre società del settore dei chip e dei semiconduttori.

È una scommessa relativamente contenuta – si tratta di 47 milioni di put – che certamente però riaccenderà il discorso, già acceso da tempo, sul futuro dell’industria dei chip. Industria che è in potenziale sofferenza sia per questioni squisitamente geopolitiche sia invece per questioni più attinenti all’andamento dell’economia su scala globale.

L’ennesima scommessa shock di Michael Burry

Lo short del re degli short: c’è da preoccuparsi?

Quando a piazzare degli short è Michael Burry con la sua Scion Asset Management, se ne discute di più di quello che poi è l’effettivo impatto di certe decisioni. Il re degli short, quello che aveva previsto contro tutto, contro tutti e contro la razionalità del momento il crollo del mercato immobiliare nel 2008, torna a far parlare di sé operando in short contro uno degli ETF più rappresentativi del settore dei chip, ovvero quello gestito da iShares di BlackRock.

Il personaggio è certo da film – tant’è che ne è stato già girato uno sulla sua persona, The Big Short – e continua a far sognare con le sue posizioni estremamente aggressive e spesso controcorrente. Nel corso degli ultimi anni oltre che contro il mercato in generale, ha puntato anche contro ARK, Tesla e ha avvisato più volte gli investitori del grande crash che li avrebbe attesi nel mercato delle criptovalute e anche sulle cosiddette meme stock.

A prescindere dal personaggio, certamente importante, questa è una buona occasione per analizzare la sua posizione e di conseguenza l’andamento non solo di NVIDIA, ma di tutte le principali società del settore. Società che Burry vede short e che oggettivamente hanno già dato segno di qualche difficoltà, per quanto sia difficile ora valutare l’impatto di questa eventuale situazione.

Short
Short sull’ETF che racchiude i principali titoli del comparto

NVIDIA cerca di aggirare l’embargo, le altre piangono (quasi) miseria

In realtà di lamentele dal mondo chip e dintorni ne sono arrivate diverse nelle ultime settimane. ASML ha già annunciato un forte ridimensionamento degli obiettivi, che sul medio periodo dovrebbe tradursi anche in un minore output del mondo chip in quanto tale, perché appunto ASML vende macchinari avanzati per la loro produzione. Anche SMIC ha lanciato un allarme legato al semi-embargo che rende difficile per le aziende cinesi l’approvvigionamento anche del prodotto finito, cosa che sta obbligando appunto la Cina a optare per l’autarchia e che avrà come effetto principale una sovracapacità mondiale di produzione di chip.

Sembrerebbero essere, questi, messaggi nella direzione dello short di Burry, che però viene da un altro short apparentemente scontato e che invece ha finito per non essere granché redditizio.

Nel frattempo Intel ha avuto trimestrali che per quanto non entusiasmanti sono state migliori delle aspettative. NVIDIA ha avuto un altro trimestre più che interessante e soltanto in poche del settore fanno registrare difficoltà già evidenti.

Staremo a vedere chi, come e cosa avrà ragione, anche tenendo conto del quadro generale economico dal quale anche il mondo dei chip dipende. Il caso bullish è quella della continua domanda che arriverà dalla bolla dell’intelligenza artificiale. Narrativa, anche quella, forse un po’ esagerata dalla rincorsa a una narrativa in grado di solleticare gli istinti più bassi degli investitori. Il tempo dirà chi avrà avuto ragione e se il re degli short ci avrà visto lungo o meno.

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