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Inflazione USA ancora alta | I rischi per il mercato Forex
La lotta all’inflazione procede piuttosto a rilento a Washington, con i dati arrivati martedì 12 marzo che segnalano ulteriori difficoltà da parte di Federal Reserve nel riavvicinarsi al target del 2%. Le aspettative erano già modeste e i dati sono stati addirittura peggiori, con una flessione dell’inflazione che è stata addirittura più contenuta. Segno di un’inflazione sticky, come la chiamano oltre-oceano, e comunque persistente nella nostra lingua. Gli effetti sul Forex si sono già prodotti non appena i dati sono stati comunicati: USD relativamente forte salvo poi correggere, per quanto comunque rimanendo su livelli superiori a quelli dell’apertura della seduta negli Stati Uniti.
Una situazione che si fa sempre più complicata non solo in termini di decisioni di politica monetaria, ma anche per cercare una lettura che sia in grado di indirizzare gli investitori e gli speculatori nel mercato del Forex. Situazione che si fa inoltre complicata anche a Tokyo, dove Bank of Japan stava cavalcando l’onda delle aspettative dei mercati riguardo prossimi rialzi dei tassi.
Inflazione USA: il cammino sarà ancora molto lungo
Non che ci fossero dubbi a riguardo. I dati di ieri tuttavia confermano come la situazione sarà molto più complessa di quanto preventivato, almeno dai più ottimisti tra gli analisti e tra gli operatori di mercato. L’inflazione negli USA continua a rimanere piuttosto alta e – cosa più preoccupante – a decrescere a ritmo più lento di quanto indicato da previsioni e attese già non entusiasmanti.
L’inflazione è cresciuta infatti del 3,2% nell’ultimo mese, dello 0,1% superiore rispetto alle aspettative, segno che per Federal Reserve non è ancora il momento anche fosse soltanto di discutere la possibilità ai tagli ai tassi di interesse.
La preoccupazione principale ora è che da soft landing si possa passare a uno scenario di stagflazione, il quadro economico nel quale ad un’inflazione alta si accompagna una stagnazione economica, con Fed che non potrà permettersi almeno a breve di riportare i tassi di interesse su livelli più bassi.
Tutto questo verso quello che sembrava essere il termine di una fase di tassi alti e politiche monetarie restrittive tra i più duri di sempre e che avevano fatto ben sperare in termini di possibilità di superare l’inflazione alta forse non a stretto giro, ma comunque entro un lasso di tempo ragionevole. Aspettative che ora sono ridotte al lumicino e che aprono a una nuova stagione di incertezza che getta ancora di più nella confusione gli astanti del mercato del Forex.
Dollaro prima forte, poi corregge
La confusione assoluta e totale sul mercato del Forex è testimoniata dall’andamento dell’indice DXY, che prima, alla comunicazione del dato, ha avuto uno sprint considerevole, salvo poi correggere nelle ore successive, pur rimanendo ancora sopra i livelli che si erano fatti registrare in apertura di settimana.
Tra le valute da tenere sotto osservazione c’è certamente lo yen giapponese, che è ancora lontano dai livelli di guardia ma che sembra aver perso almeno in parte quella baldanza che lo aveva contraddistinto nelle ultime sedute di trading. I mercati si aspettano un ritorno già a marzo in territorio di tassi di interesse in positivo, cosa che però non sarà granché utile alla tenuta di JPY contro il dollaro se da Washington continueranno ad arrivare dati così poco incoraggianti sull’inflazione.
Nel frattempo però le borse continuano nel loro bullish moment e nell’abbattimento di nuovi record. Segno questo che nonostante l’incertezza l’appetito per il rischio continua a essere più che concreto.
Cosa che si può rilevare, guardando al mondo delle nuove valute, anche nei nuovi record fissati da Bitcoin, che mentre vi scriviamo ha superato in modo concreto la soglia storica dei 73.000$.