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iRobot vola. Semaforo verde dall’UE per acquisizione da Amazon?

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Le azioni di iRobot, la società che produce le popolari Roomba, volano a +39%. Un boom che è giustificato in massima parte da quanto sta avvenendo in Europa per il brand. Amazon, secondo le più recenti indiscrezioni, riuscirà a superare in Europa le resistenze da parte dell’Antitrust, cosa che porterà il brand a entrare a far parte della grande famiglia del retailer fondato da Jeff Bezos. Le trattative si sono chiuse, all’interno di una settimana il cui calendario ha risentito della Festa del Ringraziamento.

L’entusiasmo dunque domina il titolo di iRobot, per quanto in realtà l’eventuale acquisizione avrà bisogno del vaglio anche delle autorità statunitensi e per quanto manchi anche l’ufficialità sull’eventuale accordo raggiunto con quelle europee, per quanto Reuters parli di *accordo che prevede un’approvazione senza condizioni da parte dell’Antitrust europea. Per quanto riguarda invece le autorità del Regno Unito, la situazione sembrerebbe essere priva di intoppi già da questa estate, quando l’Antitrust locale ha comunicato di non rilevare problemi importanti in termini di competizione sul mercato in caso di acquisizione.

iRobot vola a +39%

L’Antitrust muove il mercato: che succede al deal tra Amazon e iRobot?

In realtà c’è parecchio che sta accadendo, per quanto per il momento si tratti soltanto di voci di corridoio, per quanto diffuse dall’affidabile agenzia di stampa Reuters. Facciamo qualche passo indietro: Amazon sta cercando di portare a termine l’acquisizione di iRobot, società che produce la fortunata serie di aspirapolvere automatiche Roomba. Le intenzioni di acquisto a 61$ per azione, da pagare cash, furono comunicate al pubblico già nell’agosto del 2022, intenzioni che poi hanno dato il via al solito iter e ai soliti rimpalli con le principali autorità antitrust del pianeta.

Le maggiori preoccupazioni erano indirizzate verso l’Europa però, con l’Unione che continua a rimanere una sorta di bestia nera per i gruppi americani, spesso multati per questioni legate proprio all’Antitrust e che non sempre trovano porte aperte ad attenderli a Bruxelles. Superata la resistenza delle autorità europee rimarrebbero soltanto quelle degli Stati Uniti, che dovrebbero essere però – almeno secondo le valutazioni dei mercati, certamente meno importanti e certamente meno difficili da superare.

I mercati hanno risposto, all’interno di una sessione ridotta per la Festa del Ringraziamento, nel modo più positivo possibile. Le negoziazioni della settimana sono state infatti chiuse con una crescita del 39% del titolo di iRobot, che è stato scambiato in chiusura intorno ai 41 dollari. C’è uno spazio importante comunque tra i 41$ attuali e i 61$ che Amazon ha promesso per l’acquisto delle azioni, gap che però non potrà essere colmato prima che arrivi l’ufficialità sia dall’antitrust USA che da quella europea, che ora però appare come più che scontata.

ok usa cosa
Manca ancora ok USA

Azioni Amazon rimangono però piatte

Servirà certamente altro però per dare una scossa al titolo $AMZN, che è stato scambiato nel corso della settimana su prezzi relativamente stabili. Pesano le incertezze sul Black Friday, periodo dedicato allo shopping che quest’anno potrebbe far registrare una crescita ridotta anche negli USA.

Pesano infatti incertezze economiche che Amazon non può superare da sola, con i consumatori che potrebbero dirigersi verso prodotti con minore markup dovuto al brand. Un comportamento che potrebbe avere il suo impatto anche sulle prospettive di crescita di quello che è uno dei più importanti retailer del mondo.

Staremo a vedere una volta che avremo i dati delle vendite che coprono anche il Cyber Monday e, possibilmente la stagione natalizia. Con il soft landing da confermare negli USA e che in Europa sembrerebbe essere un lontano miraggio, non ci si può aspettare granché anche da gruppi molto solidi come Amazon. Così come le massime autorità economiche, non possiamo però che rimanere in attesa di dati.

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