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La crisi immobiliare si allarga all’UE | Banca tedesca in allarme

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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La crisi del settore immobiliare statunitense potrebbe presto contagiare il mercati europei. O meglio, lo starebbe già facendo. E mentre non c’è granché di cui preoccuparsi per gli istituti più grandi e solidi, la preoccupazione dei mercati si orienta verso quelle realtà che hanno maggiore esposizione, in rapporto percentuale, verso appunto il settore del mattone. Nella mattinata Deutsche Pfandbriefbank è stata costretta a diffondere un comunicato per rassicurare gli stessi mercati, annunciando di aver aumentato le dotazioni a copertura di certe esposizioni, mentre gli stessi mercati, in mattinata, punivano i bond emessi dalla stessa realtà bancaria.

Non si tratta esattamente di una novità, e si tratta di un problema che si aggiunge a quello di un’economia europea sulla quale gravano troppi forse e che affronterà un 2024 potenzialmente turbolento, non solo sul fronte dell’inflazione e della crescita ma anche in termini di tenuta di istituti bancari eccessivamente specializzati verso specifici mercati in difficoltà, come appunto quello del settore immobiliare.

Il contagio è qui

Perdite preoccupanti negli USA. E in Europa?

Non è certamente più materiale per i complottisti e per i contrarian. Il settore immobiliare commerciale negli USA è sotto pressioni importanti, come ha confermato anche il Segretario al Tesoro USA Janet Yellen in un suo recente intervento, all’interno del quale ha rimarcato la gravità della situazione e la possibile estensione di certe pressioni sul settore. Problema che a Washington però ritengono gestibile – e dello stesso avviso, almeno per ora, sembrerebbero essere anche le autorità europee.

Per le banche della taglia di Deutsche e degli altri grandi e grandissimi istituti europei, il problema può essere facilmente ammortizzato in bilancio, anche se il deterioramento di certi crediti verso il settore dovesse farsi più intenso per quantità e tempistiche. Difficile però che possano dormire sonni altrettanto tranquilli i piccoli istituti che hanno esposizioni considerevoli nei confronti del mattone commerciale. Tra questi appunto Deutsche Pfandbriefbank, che in mattinata ha dovuto cercare di arginare il panico sui mercati – in particolare sui suoi bond – affermando di essere pronta ad aumentare il cuscinetto a tutela di certi investimenti.

Tutto questo mentre gli analisti più pessimisti vedono la possibilità che il settore si svaluti ulteriormente del 15% nel corso del 2024, previsioni nefaste e che dovranno essere inserite nei modelli di sostenibilità dello stato patrimoniale e finanziario di diverse banche.

Di segnali di preoccupazione d’altronde ne arrivano da tempo, a partire dal declassamento di banche come New York Community Bankcorp da parte di Moody’s e da altri che probabilmente arriveranno a stretto giro.

paura UE immobiliare
Preoccupazioni diffuse anche in Europa

Deutsche registra perdite quadruplicate

Limitatamente al settore immobiliare commerciale negli Stati Uniti, giganti come Deutsche Bank hanno fatto registrare nelle ultime trimestrali perdite che sono il 400% di quelle registrate in precedenza, segno inequivocabile di un settore che sta rapidamente deteriorando e dovrà essere oggetto di indagine a 360° per tutti gli operatori di mercato nel corso delle prossime settimane.

Intanto parte il toto-crisi: c’è chi spulcia tra le esposizioni dei piccoli istituti specializzati, alla ricerca di incongruenze e di situazioni che, nel caso di materializzazione di un ulteriore calo, potrebbero farsi preoccupanti. Una situazione che nel complesso dovrebbe essere sì fonte di allarme e probabilmente trovare più spazio nelle pubblicazioni specializzate, per quanto meno ottimistica come situazione dei record fatti recentemente registrare dalle borse.

Mercati che, almeno in termini di azionario europeo, oggi hanno incassato almeno in parte il ribasso dovuto a queste preoccupazioni. Si naviga a vista sui mercati e non solo nelle banche centrali, che probabilmente nelle prossime decisioni inerenti i tassi dovranno tenere conto anche di questo fragile ingranaggio dell’economia internazionale. Se Atene piange, difficilmente la Sparta azionaria potrà ridere.

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