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La nuova emissione di BTP è un successo: calano i rendimenti, ma lo spread resta sotto 140 pb

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Oggi il MEF è tornato a emettere BTP, in particolare a 5, 7 e 10 anni. Un test importante per l’appetito dei mercati per i bond italiani, ora che lo spread è ai minimi degli ultimi due anni e le obbligazioni di paesi meno indebitati del nostro pagano rendimenti solo leggermente inferiori. L’emissione è stata un successo, con tutte le scadenze che hanno ricevuto una domanda maggiore rispetto all’offerta. Alla fine i rendimenti sono stati tutti nettamente inferiori a quelli delle emissioni precedenti, con i BTP a 10 anni che segnano lo scarto più grande rispetto al rendimento dell’ultima emissione. I mercati continuano dunque a dare fiducia all’Italia, aspettando i tanto attesi tagli ai tassi della BCE che dovrebbero arrivare a giugno.

Attualmente sembra che la prospettiva di un calo dei tassi sia considerata la più importante, anche a discapito di un andamento economico non brillante. La previsione di crescita di quest’anno per l’Italia è appena dello 0,7%: anche se superiore a quella tedesca, si parla comunque di un aumento del PIL molto moderato. Al contempo si prevede un aumento del rapporto deficit-PIL del 4%, cosa che ci consacrerà ancora una volta come uno dei paesi più indebitati dell’Unione Europea e del club delle economie sviluppate di tutto il mondo. Malgrado ciò, la sensazione è che la stabilità politica e il nuovo patto di Stabilità europeo dovrebbero garantire un ambiente sicuro a chi compra le obbligazioni.

presentazione della notizia su nuova emissione BTP
Sono stati messi all’asta €8,25 miliardi di BTP

I risultati dell’ultima asta

Per quanto riguarda i BTP a 5 anni, il valore assegnato è stato di €3,5 miliardi contro una domanda di €4,97 miliardi; sono stati venduti anche €1,25 miliardi di BTP a 7 anni, con una domanda di €2,13 miliardi, e infine sono stati venduti €3,5 miliardi di BTP a 10 anni -la scadenza più lunga di questa emissione- con una domanda di €4,86 miliardi. I rendimenti sono stati di:

  • 3,67% per i BTP a 5 anni;
  • 3,21% per i BTP a 7 anni;
  • 3,24% per i BTP a 10 anni.

Rispetto all’ultima emissione, i rendimenti sono calati di 24 punti base per l’asta a 10 anni, 20 punti base per i bond a 7 anni e 7 punti base per quelli a 5 anni. Sembra dunque esserci fiducia per il miglioramento delle condizioni economiche italiane a medio-lungo termine e soprattutto sembra esserci fiducia verso una fase prolungata di bassi tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea.

I tagli ai tassi causano una contrazione del rendimento delle nuove emissioni obbligazionarie, cosa che in molti casi spinge banche e investitori a comprare più obbligazioni possibili prima che i tassi inizino a scendere. Anche se il mercato sta già scontando le attese dei tagli previsti per giugno e luglio, come mostrano i rendimenti in calo, evidentemente ci sono ancora molti investitori che ritengono di poter fare buoni affari prima dell’estate.

grafico andamento spread BTP-Bund negli ultimi 12 mesi
L’andamento dello spread tra BTP a Bund a 10 anni negli ultimi 12 mesi – Fonte: Teleborsa

Continua il clima di fiducia sull’Italia

Al momento i mercati sono trainati da due forze contrarie: da una parte l’elevato indebitamento italiano che spinge i rendimenti delle nostre obbligazioni a rialzo, ma dall’altra parte la prospettiva di tagli ai tassi della BCE che spinge i rendimenti a ribasso. Dal momento che i BTP sono tra i bond con il rendimento più alto all’interno dell’Eurozona, per gli investitori internazionali la questione è pressante. Per molti vince il desiderio di incassare un rendimento più alto, specie prima che la BCE tagli i tassi d’interesse, ma per altri è una scommessa rischiosa su un paese che sarebbe vulnerabile in caso di una recessione europea. Al momento sembra che tra queste due forze contrastanti, quella prevalente sia la volontà di incassare i rendimenti elevati e avere fiducia sul fatto che l’Italia riuscirà a gestire il suo indebitamento elevato.

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