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La ristorazione esce sconfitta dai dati del Q1: male Starbucks, McDonald’s, Yum Brands e KFC

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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I dati del Q1 2024 non lasciano dubbi sullo stato di salute del settore della ristorazione: in questo momento tutte le principali catene stanno soffrendo una crisi della crescita, dovuta a diversi fattori che vanno dal contesto macroeconomico agli effetti dei nuovi farmaci anti-obesità. Questa è stata la settimana della pubblicazione dei dati trimestrali di tutti i brand più grandi del settore: McDonald’s, KFC, Starbucks e Yum Brands, la holding che gestisce i marchi Pizza Hut, KFC, Taco Bell e Burger King. In tutti questi casi ci sono state delle variabili ricorrenti nelle presentazioni agli investitori: margini in sofferenza, numero di visite ai ristoranti in calo e pressioni rialziste sui costi.

Complessivamente i dati del Q1 2024 sono stati positivi per quasi tutti i settori. Il tech si è confermato il leader della crescita dei mercati, ma quasi tutti i comparti hanno avuto dei risultati superiori alle attese. La ristorazione è stata una delle poche delusioni, portando gli investitori a chiedersi se valga ancora la pena di mantenere questi titoli in portafoglio in un’epoca in cui i consumatori sono sempre più attenti alle scelte alimentari salutari e gli aumenti dei salari dei lavoratori delle catene continuano a erodere i margini.

presentazione della notizia su risultati deludenti dei fast food nel Q1 2024
Solo Wingstop ha segnato un aumento impressionante (+21.6%) dei ricavi per punto vendita

Male tutti i grandi del settore

Starbucks ha riportato dati nettamente sotto le attese in termini di traffico nei suoi punti vendita: le same-store sales, cioè il fatturato medio di ogni bar a prescindere dal numero di bar operati dall’azienda, ha segnato un calo del 17% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Poco dopo questo annuncio si è tenuta la presentazione trimestrale di Yum Brands, dove è emerso che anche Pizza Hut e KFC hanno avuto un fatturato medio per ristorante più basso rispetto al Q1 2023. Yum Brands ha provato a spiegare che le tempeste invernali hanno causato un cambiamento del comportamento dei consumatori, ma gli azionisti non sembrano essere stati convinti di questa indicazione.

Tutti i principali marchi di ristorazione fast-food hanno lanciato delle promozioni aggressive nel primo trimestre per cercare di risollevare la domanda. McDonald’s ha introdotto il dollar menu, con tanti alimenti da 1$ a 3$, seguita poi da promozioni molto simili presso KFC e Chipotle. C’è una base di clienti più piccola rispetto a prima per la quale le grandi catene di fast food stanno competendo in un modo più serrato. Nel frattempo i prezzi medi di questi grandi marchi si sono alzati del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma i margini non sono aumentati: al momento l’inflazione sta pesando sui costi più di quanto le aziende riescano a trasferirla sui prezzi al consumatore.

foto di un ristorante KFC
Nei ristoranti statunitensi, il fatturato medio dei punti vendita KFC è sceso del 7% nel Q1 2024

Un solo vincitore nell’arena

Nell’arena competitiva dei fast food, Chipotle rimane a galla e si salva dal declino riscontrato da molti altri marchi; uno solo, però, emerge come vincitore: Wingstop, catena famosa per le sue alette di pollo. Diventata uno dei titoli più chiacchierati di Wall Street, è l’unico marchio di ristorazione che vede un target price ancora molto superiore al prezzo attuale del titolo. Sembra che il successo dell’azienda in questo momento sia legato in particolare a due variabili: rivolgersi a un consumatore-tipo che si reca nel ristorante in media una volta al mese, per fare uno “sgarro alla dieta” piuttosto che per un pasto di routine, ma anche rivolgersi a una clientela che in media ha un salario più alto rispetto a quella delle altre grandi catene. Per il momento, Wingstop si conferma il titolo più amato dagli investitori istituzionali nel settore.

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