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La siccità in Catalogna continua: Freixenet licenzia temporaneamente l’80% dei lavoratori

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il più grande produttore di spumante in Spagna, Freixenet, si trova costretto a licenziare “per causa di forza maggiore” oltre l’80% dei propri dipendenti. Saranno 615 i lavoratori che soffriranno questa misura, che prenderà effetto a maggio. In Spagna esiste un sistema chiamato ERTE (Expediente de Regulacion Temporal de Empleo) che permette alle aziende in situazioni particolari di licenziare temporaneamente una parte del personale con un livello di burocrazia relativamente ridotto. In questo momento la società sta soffrendo molto a causa della durissima siccità catalana, che ha già spinto la regione di Barcellona a dichiarare lo stato di emergenza e a introdurre restrizioni sull’uso dell’acqua per arginare il problema.

Una delle aree che stanno soffrendo maggiormente la siccità è proprio Penedes, dove Freixenet ha sede e dove si trova la maggior parte dei fornitori dell’impresa. Il comunicato stampa ufficiale della società afferma che la decisione è stata presa per poter permettere all’azienda di garantire la sua sopravvivenza, in un momento in cui la siccità ha bloccato l’attività vinicola e non permette di produrre spumante. Oltre 600 salari da pagare senza entrate sarebbero una situazione insostenibile per il gruppo, che inevitabilmente si avvicinerebbe alla bancarotta. Per il momento la decisione di Freixenet non è ancora stata validata ufficialmente dall’ente catalano per il lavoro e l’occupazione, ma visto lo stato di emergenza è quasi certo che venga approvata.

presentazione della notizia su Freixenet che licenzia 80% della forza lavoro per via della siccità
Questa settimana ci si augura che la pioggia faccia il suo molto atteso ritorno in Catalogna

Viticoltori in crisi: la siccità distrugge i raccolti

In questo momento le leggi catalane sull’uso dell’acqua sono talmente dure che, a meno che non si utilizzino delle acque reflue, non è nemmeno consentito irrigare i campi. Freixenet è soprattutto un gruppo legato alla trasformazione dell’uva in vino, che compra la materia prima dagli agricoltori. In questo momento, però, risulta impossibile approvvigionarsi. In Catalogna ormai non piove da quasi tre anni, ed è una situazione di siccità che ormai ha battuto ogni record storico. Inutile chiedersi quanto abbia inciso l’impatto del cambiamento climatico: non è possibile averne delle prove certe, ma gli esperti indicano che sicuramente ha giocato un ruolo.

In questo scenario di siccità estrema, le uve rinomate della regione di Penedes stanno scomparendo. Vigneti vecchi di oltre trent’anni hanno persino visto morire le proprie radici, lasciando tutto da rifare per gli imprenditori agricoli del territorio. Secondo quanto riportato dagli agricoltori locali, la produzione di uva è diminuita del 45% nel corso degli ultimi tre anni. Per un’impresa come Freixenet, che distribuisce in ogni angolo del mondo, non è sufficiente a garantire un utilizzo economicamente sostenibile del proprio impianto produttivo.

foto di un vigneto
Dal 2021 in avanti, Freixenet ha venduto oltre 100 milioni di bottiglie all’anno

Si vede la luce in fondo al tunnel

Per la prima volta dopo quasi tre anni, guardando il meteo della settimana, gli abitanti di Barcellona hanno visto una previsione che indica pioggia. Al momento le precipitazioni hanno circa il 40% di probabilità di cadere sulla capitale catalana, dove addirittura alcune associazioni cattoliche hanno radunato i fedeli per pregare in favore delle precipitazioni. Nel frattempo l’amministrazione locale ha ordinato la costruzione di un secondo impianto di desalinizzazione, che verrà usato per produrre acqua potabile: in questi tempi estremi, con i livelli delle riserve idriche che sfiorano il 10%, nemmeno l’approvvigionamento di acqua dai rubinetti è garantito. Già oggi ci sono navi che stanno scaricando acqua a Barcellona quotidianamente, ma portando meno risorse idriche -e più care- rispetto a quelle che la città spera di ottenere dal suo nuovo impianto di desalinizzazione.

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