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Petrolio, cala la produzione OPEC ma il prezzo non decolla

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Secondo le ricerche condotte da Reuters sugli analisti del mercato del petrolio, a gennaio la produzione legata ai paesi OPEC è diminuita di oltre 410.000 barili al giorno rispetto a dicembre. Il numero è già adattato al fatto che ora l’Angola non fa più parte del cartello dei paesi esportatori. Si tratta del calo più ripido da luglio fino a oggi, dimostrando che effettivamente i cali volontari alla produzione da parte di Russia e Arabia Saudita si stanno facendo sentire. Inoltre pesa la situazione geopolitica, soprattutto in Libano, dove le schermaglie tra Hezbollah e Israele hanno causato una flessione dell’attività estrattiva probabilmente destinata a continuare anche nei prossimi mesi. Complessivamente la produzione OPEC è stata di 26,33 milioni di barili al giorno.

Il calo più significativo della produzione non arriva però né dall’Arabia Saudita, né dalla Russia, né dal Libano. A essere stata particolarmente meno produttiva è stata la Libia, a causa della chiusura dell’area estrattiva di Sharara. La National Oil Corporation è stata costretta a chiudere l’impianto, che produce circa il 25% del petrolio totale estratto in Libia, a causa di una protesta regionale. L’area è stata ferma per tre settimane a partire dal 7 gennaio, ma ieri è arrivato il comunicato della ripresa delle operazioni. Questo fa pensare che a febbraio la produzione dovrebbe ritornare sui livelli di dicembre, aumentando l’offerta complessiva sul mercato.

presentazione della notizia su produzione OPEC a gennaio 2024
Pesa anche la produzione record nei paesi non-OPEC

La situazione aggiornata sui paesi OPEC

Il sondaggio condotto da Reuters rivela che l’Arabia Saudita è stata fedele ai tagli alla produzione promessi alla fine dello scorso anno, ma altri paesi OPEC hanno parzialmente compensato questo effetto. Gabon, Iraq e Nigeria hanno mostrato dei livelli estrattivi al di sopra della quota di produzione che l’OPEC aveva stabilito. Invece Iraq e Kuwait hanno aderito alla politica di tagli volontari, producendo complessivamente 280.000 barili in meno di petrolio rispetto al mese precedente. L’OPEC continua a cercare di bilanciare una produzione record proveniente da paesi che non fanno parte dell’organizzazione, particolarmente Stati Uniti e Brasile, che continuano a mantenere il ritmo più alto possibile di estrazione.

In Iran continua la situazione paradossale in cui il ritmo di produzione è vicino al suo picco degli ultimi 5 anni, malgrado teoricamente le sanzioni statunitensi siano ancora in vigore. Da ultimo, Nigeria e Algeria si sono bilanciate: la prima ha prodotto 40.000 barili in più rispetto a dicembre e la seconda ha tagliato il suo output della stessa quantità.

Grafico del prezzo del petrolio a gennaio
Grafico del prezzo del petrolio a gennaio

I prezzi non decollano malgrado i tagli

Malgrado il calo dell’attività estrattiva dell’OPEC, il prezzo del barile è rimasto ancora in linea con dicembre. Il mese si è chiuso con un aumento del 5% rispetto al 31 dicembre, ma una volta che si considerano le fluttuazioni giornaliere non è un aumento significativo. Anche l’outlook degli analisti intervistati da Reuters non mostra ottimismo per un rally del petrolio, soprattutto per via della domanda in calo e delle scorte record di prodotti raffinati negli Stati Uniti. Sulla domanda pesa particolarmente la stagnazione economica cinese; la Cina è il principale importatore di petrolio al mondo e ogni volta che la crescita cinese rallenta, il peso sulla domanda di greggio è notevole. Considerando che il governo e la banca centrale non hanno ancora annunciato dei piani concreti per aiutare l’economia a riprendersi, il prezzo del petrolio potrebbe continuare a non risentire degli effetti delle politiche OPEC.

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