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Prospettive ribassiste per il GNL: troppa offerta e domanda in calo, secondo la IEEFA

Secondo l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), uno dei più importanti enti per l’analisi del mercato energetico al mondo, le prospettive per il gas naturale liquefatto sono ribassiste guardando al medio e al lungo termine. Il nuovo report pubblicato dalla IEEFA mostra che le tre aree del mondo che importano la maggior quantità di gas liquefatto (Europa, Giappone e Corea del Sud) stanno continuando ad abbassare la loro domanda, mentre in Medio Oriente quanto in Africa aumentano le infrastrutture dedicate all’esportazione. In questo modo, nel corso di pochi anni i livelli di scorte potrebbero aumentare rapidamente e portare a un’eccesso di offerta duraturo all’interno del mercato.

Uno dei temi più interessanti trattati nel report riguarda la sostituzione degli importatori. Da una parte è vero che Europa, Corea del Sud e Giappone stanno lasciando sempre di più alle spalle il gas naturale per spostarsi verso energia rinnovabile e idrogeno verde; dall’altra parte ci sono diversi mercati emergenti che stanno iniziando ora ad adottare l’energia prodotta dal gas naturale per sostituire forme più inquinanti di combustibili fossili come il carbone. Secondo le stime della IEEFA, questo effetto di sostituzione aiuterà ad alleviare il calo dei prezzi ma non riuscirà comunque a evitare l’accumulo dei livelli di scorte.

presentazione della notizia su stime ribassiste a lungo termine sul GNL
Ormai per i paesi europei la crisi del gas naturale di due anni fa è ampiamente stata superata

I grandi importatori si allontanano

La IEEFA si aspetta che i livelli di importazione europei scendano velocemente da qui al 2030, seguendo un trend già iniziato dopo l’invasione dell’Ucraina. Secondo il report appena pubblicato, già oggi l’UE sta importando il 20% di GNL in meno rispetto al 2021. Si prevede la continuazione di questo trend per tutto il decennio, soprattutto grazie a un ritrovato interesse per l’energia nucleare e al rapido aumento della capacità installata di energia rinnovabile. Da poco l’Europa ha fatto il passo di iniziare a introdurre limitazioni sul gas liquefatto russo, mossa che prima non era possibile per via dell’eccessiva dipendenza da questa forma di energia. Questa settimana al Parlamento Europeo se ne discuteranno altre, dimostrando come l’Europa sia sempre più autodeterminata dal punto di vista energetico.

In Giappone i livelli di importazione di GNL nel 2023 sono calati dell’8% e di un altro 5% in Corea del Sud, in entrambi i casi con l’intenzione di aumentare la produzione di energia nucleare. L’ultimo grande tassello del puzzle rimane la Cina, che è ormai diventata il più grande compratore di gas russo. In questo caso è soprattutto il rallentamento della crescita economica che pesa sulla quantità di gas naturale importato, ma anche nel lungo termine si prevede una dipendenza decrescente da questa forma di combustibile. Per il momento, Pechino ha seguito una pubblica senza transizione: gradualmente si dismette il carbone per passare direttamente alle rinnovabili o al nucleare.

Il sud-est asiatico è una delle poche aree da cui si prevede un aumento della domanda sul medio termine

Previsto un aumento della produzione mondiale

Con tutti questi fattori che incidono sui livelli di domanda, l’offerta mondiale sta aumentando e aggiungendo pressione ribassista sui prezzi. La IEEFA stima che i progetti di produzione ed esportazione di GNL attualmente in costruzione aggiungeranno 193 milioni di tonnellate di offerta tra oggi e il 2028. Si tratta di un aumento molto importante, pari al 40% della produzione mondiale attuale di gas naturale liquefatto. Ad aumentare la spinta sull’offerta si prevede che saranno soprattutto Russia, Canada e i paesi africani. Anche in Medio Oriente la capacità di exporta sta aumentando velocemente, con il Qatar pronto a un balzo in avanti nella classifica dei più grandi esportatori mondiali. Di fronte a queste condizioni di mercato, sembra difficile che la domanda in aumento da parte di alcuni paesi emergenti come Indonesia e Thailandia possa effettivamente mitigare in modo significativo il trend di prezzo ribassista.

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