La Banca Centrale Europea potrebbe approvare due tagli ai tassi d’interesse in estate, secondo recenti dichiarazioni di due membri del board di politica monetaria. Attualmente la BCE è divisa su quando sarebbe il momento ideale per iniziare a cambiare la direzione dei tassi: una gran parte del comitato ritiene che giugno sarebbe già il mese corretto per iniziare, mentre una piccola parte del board preferirebbe aspettare almeno fino a luglio. Le diverse previsioni sull’inflazione sono ciò che in questo momento sta causando le differenze tra le posizioni dei membri del comitato sulla politica monetaria. Rimane una certa paura di iniziare a tagliare i tassi troppo presto e vedere tornare ad aumentare la pressione sui prezzi.
Adesso emerge l’ipotesi di fare due tagli più piccoli ai tassi d’interesse, ma iniziare a giugno e proseguire nel corso di luglio. Questo servirebbe anche a mettere d’accordo le poche voci che vorrebbero addirittura vedere i tassi scendere ancora prima di giugno. Durante il fine settimana è difficile osservare le reazioni del mercato obbligazionario, ma quando queste voci hanno iniziato a circolare durante la giornata di venerdì si è già notato un calo dei rendimenti. I BTP a 10 anni hanno perso 11 punti base di rendimento, pagando ora il 3,54%. Questo solitamente accade quando i mercati si aspettano un avvicinamento dei tagli ai tassi, con un effetto ancora più forte sulle obbligazioni corporate.
Anche Lagarde a supporto di tagli già a giugno
Christine Lagarde non si è nascosta nel dire che sarebbe stata pronta a iniziare i tagli ai tassi d’interesse già nella riunione di politica monetaria di giugno. Queste sono state le dichiarazioni della presidente della BCE dopo la riunione di questa settimana, in cui sono anche state abbassate le previsioni di crescita per il 2024. Il problema della mancata crescita rimane un problema scottante per l’UE, che continua a essere l’area del mondo con il PIL più stagnante da oltre un decennio a questa parte. Inoltre i governi europei vorrebbero emettere debito per poter finanziare la difesa e gli sforzi per la transizione energetica, considerate due priorità di questi anni.
Indubbiamente un taglio ai tassi d’interesse aiuterebbe a far trovare slancio all’economia UE, ma in questo momento l’inflazione è ancora più alta rispetto al target del 2% che la Banca Centrale Europea vorrebbe mantenere. Questo significa che almeno al momento bisognerà aspettare e osservare l’evoluzione della pressione sui prezzi, con la BCE che ha già detto di attendersi un’inflazione del 2% soltanto intorno al 2026. Accettare un aumento dei prezzi o accettare un’economia che continua a non crescere: in questo momento è questo il problema che si presenta di fronte alla BCE, e giudicando dall’andamento delle obbligazioni sembra che i mercati stiano puntando su un taglio ai tassi più imminente del previsto.
Divisione tra Nord e Sud Europa
Attualmente a chiedere che i tassi comincino a scendere a luglio, oppure ancora più avanti, sono i paesi del Nord Europa per i quali l’inflazione rimane la preoccupazione principale. Invece i membri del blocco che si trovano più a Sud sarebbero a favore di un taglio ai tassi già ad aprile, cosa che rende necessario trovare un compromesso. L’idea di iniziare i tagli dei tassi a giugno per proseguirli poi durante il mese di luglio sarebbe effettivamente un compromesso, ma per molti versi un compromesso difficile da accettare in un momento in cui ogni nazione sta mostrando un andamento dei prezzi al consumo molto diverso. L’impatto sarà molto forte anche sul mercato obbligazionario: più diventa probabile che la BCE tagli i tassi a giugno, più i rendimenti dei bond scendono e i prezzi delle emissioni passate aumentano.