Ancora una volta il raggiungimento del tetto sul debito statunitense rischia di causare problemi alla stabilità del mercato obbligazionario. Non a breve, ma a medio termine: a dare l’allarme questa volta è TD Securities, una delle principali società per il trading obbligazionario negli USA. Secondo Gennadiy Goldber, vertice della divisione che si occupa di bond americani, in questo momento il debito pubblico sta crescendo a un ritmo insostenibile e rischia di causare uno scontro politico molto duro in occasione della prossima approvazione del piano sul debito. In questo momento il Congresso si trova ancora in una situazione di sospensione delle votazioni sul tetto del debito pubblico, ma entro il 1 gennaio del prossimo anno bisognerà aver trovato un nuovo accordo.
La situazione, secondo TD Securities, è talmente grave che gli Stati Uniti potrebbero andare incontro a un altro downgrade del debito sovrano. Questa prospettiva è drastica, perché sarebbe il secondo downgrade in due anni dopo quello del 2023. Il tutto per via di una differenza di vedute molto evidente tra le forze politiche: mentre Trump preferirebbe mantenere l’indebitamento sotto controllo e non lasciare che il debito possa diventare preoccupante, Biden ha lasciato correre la spesa pubblica durante la sua amministrazione per favorire la ripresa post-pandemia e ha già presentato un piano ancora più basato sulla spesa pubblica per un eventuale secondo mandato.
Il debito continua a crescere
TD Securities non ha dubbi sul fatto che il downgrade sia in vista, restando possibilista soltanto in merito alla data in cui questo potrebbe accadere. Il debito fiscale statunitense dovrebbe arrivare a $1.915 triliardi alla fine di quest’anno e salire ancora a $1,938 triliardi alla fine del 2025. Tante altre agenzie di rating si dicono altrettanto preoccupate dalla crescita dei livelli di indebitamento, ed è per questo che società come Moody’s hanno indicato come negativo il loro outlook sul debito americano. I Treasuries statunitensi erano considerati AAA fino all’estate del 2023, dopodiché sono scesi a AA+ e il prossimo anno potrebbero arrivare ad AA.
Il fatto che ci sia del nervosismo lo si evince anche dai credit default swap (CDS), i contratti che vengono utilizzati per proteggersi dal rischio di insolvenza di un emittente di obbligazioni. In questo momento la curva dei rendimenti dei CDS indica un rischio di default doppio rispetto alla media degli ultimi 5 anni. A meno che gli USA non cambino politica economica e decidano di iniziare a essere più prudenti con la gestione della spesa pubblica, il downgrade è qualcosa che sembra quasi inevitabile.
Domanda e offerta
Come fa notare lo stesso Goldberg di TD Securities, fino a questo momento i rischi legati al debito statunitense non si sono concretizzati. Per il momento la domanda di obbligazioni statunitensi rimane estremamente forte, guidata dal fatto che i mercati si aspettano rendimenti in calo e tassi più bassi nel corso dei prossimi mesi. La domanda è che cosa succederà dopo, quando effettivamente i tassi verranno abbassati. Se gli USA dovessero iniziare a fare difficoltà a trovare compratori per il proprio debito pubblico, i rendimenti potrebbero crescere di nuovo e rendere ancora più concreta la prospettiva di un downgrade.