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Vietnam vicino a crisi economica dovuta a bond e immobili

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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L’economia emergente del Vietnam ha attraversato un boom dal 2010 al 2021, rappresentando per molti il prossimo grande centro manifatturiero a basso costo che sostituirà la Cina. Nel corso del 2022, però, le cose hanno iniziato a prendere una piega diversa: per via di alcune pratiche sospette nel mercato delle obbligazioni e in quello degli immobili, i regolatori sono intervenuti con leggi piuttosto stringenti per quanto riguarda la gestione delle transazioni in questi settori. Malgrado questi sforzi, però, la nazione asiatica si trova vicina a una crisi economica che potrebbe ostacolare il suo percorso di crescita.

La storia è molto simile a quella dei costruttori cinesi, ma in una nazione dove il governo ha meno ingerenza sulle banche e dove l’economia ha meno strumenti per difendersi da una possibile recessione. Per quanto non sia ancora decretato l’inizio di una crisi economica, si tratta di uno scenario che gli analisti e la stessa banca centrale vietnamita stanno tenendo sempre di più in considerazione. Oltre che per gli effetti sull’economia del Vietnam, è naturale che la preoccupazione si estenda anche a quella dei paesi limitrofi.

presentazione della notizia sulla crisi obbligazionaria in Vietnam
Il Vietnam è una delle economie che potrebbe entrare in recessione nel corso del 2023

Aumentano i default sulle obbligazioni

Nel 2022, il Vietnam ha intrapreso una serie di politiche per contrastare la corruzione nel settore immobiliare e nel nascente mercato nazionale delle obbligazioni. Queste politiche hanno portato all’arresto di Truong My Lan, Presidentessa di una delle imprese edili più importanti della nazione, con l’accusa di frode sul mercato obbligazionario. Si sono presto diffuse voci secondo cui, visti i legami tra la Saigon Commercial Bank e l’azienda di My Lan, la banca sarebbe diventata insolvente nel giro di poche settimane. La risposta è stata una corsa agli sportelli, che ha quasi causato il tracollo di Saigon Commercial Bank.

Le acque si sono calmate soltanto quando la banca centrale ha annunciato che avrebbe coperto i depositi dei correntisti di SCB, ma sarebbe sbagliato dire che questo annuncio abbia ristabilito la situazione iniziale. Pochi giorni dopo il Novaland Investment Group ha dichiarato che avrebbe ritardato il pagamento di una tranche di obbligazioni da 43 milioni di dollari, e da quel momento ci sono stati 54 default sui pagamenti di bond dovuti da altrettante imprese del settore immobiliare. Non si sa quanti altri potrebbero seguire e soprattutto non è facile prevedere quanto grande sarà l’impatto di tutto questo sul comparto bancario e sull’economia.

foto di una città in Vietnam
L’espansione del mercato immobiliare in Vietnam è supportata da una forte crescita demografica, ma anche da emissioni di obbligazioni incontrollate

Difficoltà nel gestire la regolamentazione

Il mercato delle obbligazioni in Vietnam è ancora un mercato emergente, con una serie di falle nella regolamentazione e nel controllo delle emissioni. Molte delle aziende che hanno dichiarato default sulle obbligazioni emesse, ad esempio, utilizzavano il denaro raccolto per fini diversi da quelli segnati nel prospetto presentato agli investitori. Per questo ora il governo sta tendando di regolamentare meglio la materia, ma potrebbe essere troppo tardi per evitare un crollo del mercato dei bond in Vietnam. Un crollo che potenzialmente potrebbe estendersi al settore immobiliare e all’economia reale.

Nel frattempo la banca centrale ha anche aumentato i tassi di interesse di 200 punti base in tre mesi, causando ulteriormente scossoni nel mercato del credito e in quello immobiliare. Una decisione che a sua volta pesa sull’andamento delle obbligazioni, con effetti già visibili nei numeri. Se l’anno scorso la crescita dei prestiti emessi dalle banche private è stata del 15% su base annua, nei primi tre mesi del 2023 la crescita è stata appena del 1%.

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