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AUD: ancora trend negativo nonostante i falchi di Sydney

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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C’è un grosso problema per le principali banche centrali del pianeta: la credibilità. Nonostante da Washington a Sydney, passando per Francoforte, ci si affanni a ricordare che il cammino rialzista per i tassi potrebbe non essere ancora al termine, i mercati ci credono poco. Il problema sembrerebbe essere più sviluppato che altrove proprio in Australia, dove la lingua parlata dalla Reserve Bank – che svolge il ruolo di banca centrale – è stato sempre o quasi inequivocabilmente hawkish.

Nonostante ciò, AUD non solo ha sofferto fino a oggi contro USD, ma anche l’outlook che i mercati stanno comunicando non sembrerebbe essere dei migliori. Mentre diversi analisti insistono sul problema della credibilità – e sulla prossima necessità di tornare a gestioni più miti, c’è un altro fattore che riteniamo non sia stato computato dai più. Il dollaro USA rimane un’ottima valuta dove rifugiarsi quando cash torna a essere king e quando le preoccupazioni per evoluzioni anche esterne al mondo economico sono ai massimi storici.

Ancora sofferenza per AUD

AUD: un 2023 difficile nei confronti del dollaro USA

Il dollaro USA passerà agli annali come la vera rockstar di questo 2023. Il grosso delle valute dei paesi emergenti è in grosse difficoltà, e allo stesso modo perdono tanto rispetto alla valuta di Washington le principali delle economie più sviluppate, con la singola eccezione che è costituita dal Franco Svizzero. Sulla questione CHF torneremo tra poco, perché ci aiuterà a capire cosa sta avvenendo davvero nel mondo del Forex e quanto forse la credibilità delle prossime azioni di ciascuna banca centrale sia in realtà questione di poco conto.

Torniamo però a Sydney: nel corso del mese di ottobre i quadri di RBA sono intervenuti più volte in pubblico ricordando che il ritorno a livelli di inflazione consoni e in target rimanga la priorità principale per l’istituto, ricordando che questo obiettivo dovrà essere raggiunto costi quel che costi. E che la banca centrale interverrà anche se l’inflazione dovesse continuare a dipendere, almeno in parte, da problemi alle supply chain e da altri fattori che sono al di fuori del controllo tramite politiche monetarie.

Vox clamantis in deserto, direbbero i latini. Voci che gridano nel deserto, aggiungiamo noi. Nonostante un atteggiamento molto hawkish – e forse più hawkish che altrove, non sembra ci siano segnali di inversione per il trend di AUD, un trend che è stato terribile lungo tutto il corso del 2023.

Peserà certo il differenziale dei tassi tra Washington e Sydney, ma non può essere l’unica questione utile per spiegare cosa sta accadendo. Altrove infatti, dove i tassi sono comparabili se non più bassi di quelli praticati a Sydney, le performance sono certamente più soddisfacenti.

Le crisi pesano

Verso il porto sicuro

Per quanto agli analisti tecnici piaccia poco occuparsi di questioni che esulano dai grafici, appare come evidente che sia l’incertezza – e la conseguente ricerca di porti sicuri – a orientare almeno in parte i movimenti del Forex delle ultime settimane e degli ultimi mesi. A sostegno di questa tesi rimane la performance di CHF, così come quella dello yen in frangenti però molto ridotti e soltanto al picco della paura. E rientra certamente all’interno di questo discorso la straordinaria performance del dollaro USA.

Quando il gioco si fa duro, verrebbe da dire, le valute che conservano lo status di riserva e di porto sicuro continuano a apprezzarsi oltre ogni altro fondamentale, oltre ogni altro dato tecnico e oltre ogni fantasia di sostituzione.

Sarà così ancora per molto, a meno di non vedere un ritorno a maggiore tranquillità sia a livello economico, sia a livello geopolitico. Tranquillità che per ora sembra essere soltanto un miraggio.

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