Azioni News
BuzzFeed Inc ha deciso di chiudere l’unità giornalistica
BuzzFeed Inc ha annunciato la chiusura della sua divisione di notizie e l’intenzione di consolidare i suoi contenuti di news in HuffPost, riducendo il personale del 15%. Ciò ha causato una caduta del 10% delle azioni della società di media digitali giovedì.
Il CEO Jonah Peretti ha spiegato in un’email al personale che il secondo round di tagli al personale colpirà 180 dipendenti appartenenti a squadre come business, contenuti, tecnologia e amministrazione. A dicembre, l’azienda aveva già ridotto il personale del 12%.
Peretti ha sottolineato come BuzzFeed abbia affrontato molte difficoltà negli ultimi anni, tra cui la diminuzione della pubblicità digitale e dell’attività causata dalla pandemia e dalla conseguente recessione economica.
Un settore in caduta libera
Secondo quanto riferito da due fonti a conoscenza della situazione all’anno scorso a CNBC, BuzzFeed News, la sezione di news e reportage investigativi della compagnia di media digitali, impiegava circa 100 persone e perdeva circa 10 milioni di dollari all’anno.
Nonostante la vittoria di un Premio Pulitzer nel 2021 per la sua copertura sulla detenzione di massa dei musulmani in Cina, diversi grandi azionisti avevano invitato Peretti a chiudere le sue operazioni di news. A differenza del marchio principale di BuzzFeed che genera contenuti virali, BuzzFeed News si differenzia con la produzione di notizie e reportage investigativi.
Tuttavia, le azioni della società sono scese di circa il 90% dal suo IPO alla fine del 2021. L’ultimo giovedì, hanno registrato un calo superiore al 23%, scambiando intorno a 71 centesimi. Questo calo si verifica in un periodo difficile per le compagnie di media digitali, poiché gli editori stanno tagliando il personale a causa della riduzione delle spese da parte degli inserzionisti.
Dow Jones, editore del Wall Street Journal, e Vox Media sono state solo alcune delle aziende colpite da questi tagli. Inoltre, Vice Media ha riavviato il processo di vendita a una valutazione inferiore, dopo essere stata valutata 5,7 miliardi di dollari nel 2017. Adesso si stima che possa essere venduta a un prezzo inferiore a 1 miliardo di dollari.
Jonathan Miller, CEO di Integrated Media, specializzata in investimenti nel media digitale, ha commentato la situazione dicendo che il mercato pubblicitario di quest’anno non è particolarmente forte e che non esiste più vita facile nello spazio dei media digitali, tutto deve essere guadagnato.
Inoltre, ha aggiunto che quotarsi sul mercato probabilmente non è la migliore strategia per le compagnie di media digitali come BuzzFeed. Secondo Miller, i soldi degli investitori in generale saranno difficili da ottenere a meno che non si possa dimostrare un piano veramente differenziato.
La situazione di BuzzFeed
In una lettera ai dipendenti, il CEO Jonah Peretti ha ammesso che l’azienda ha affrontato molte sfide negli ultimi anni, tra cui la pandemia, la diminuzione del mercato SPAC che ha prodotto meno capitale, una recessione tecnologica, un’economia difficile, un mercato azionario in calo e cambiamenti in corso nell’audience e nelle piattaforme.
Peretti ha riconosciuto di aver commesso degli errori nella gestione di queste sfide e di essere stato lento ad accettare il fatto che le grandi piattaforme non avrebbero fornito il sostegno finanziario e la distribuzione necessari per sostenere il giornalismo di qualità e gratuito, sviluppato appositamente per i social media.
Il CEO ha anche annunciato che Edgar Hernandez, responsabile delle entrate, e Christian Baesler, responsabile delle operazioni, hanno deciso di lasciare l’azienda.
Nel dicembre 2022, BuzzFeed ha tagliato quasi il 12% della sua forza lavoro, pari a circa 180 dipendenti, in risposta alle difficili condizioni economiche e all’acquisizione di Complex Networks. Inoltre, l’azienda ha ridotto la sua presenza a New York l’anno scorso e ridurrà il suo immobile a Los Angeles da quattro edifici a uno solo.
Investimenti
S&P: chiusura sopra i 6.000$. È nuovo record, mentre i mercati prezzano rallentamento taglio ai tassi
Arriva un nuovo record per SPX500: novembre è il miglior mese del 2024 per il principale indice delle borse USA.
Le azioni sulle piazze USA chiudono un novembre che fino ad oggi è stato il migliore mese dell’anno. Chiusura che è arrivata nella sessione ridotta che è tipica del Black Friday, il venerdì subito successivo al Giorno del Ringraziamento. Nuovo record per S&P 500, per un mese che ha ricevuto un grande aiuto dalle elezioni USA, storicamente favorevoli per i mercati azionari a prescindere da chi esce vincitore dalle urne. Una settimana di incrementi relativamente modesti – di circa l’1% – che si aggiunge però già a un 2024 ricco di record. Entusiasmo alle stelle, nonostante i mercati abbiano iniziato a prezzare, correttamente, un cammino più lento per i tagli ai tassi negli Stati Uniti.
I mercati hanno apprezzato la nomina di Scott Bessent al Tesoro USA, che da gestore di fondi hedge viene percepito come personalità vicina ai mercati, ai loro bisogni e eventualmente alle loro richieste. Tutto questo in una settimana relativamente positiva anche per la conferma delle stime sul PIL del terzo trimestre e anche per i dati sui prezzi, rinforzati da un PCE che ha fatto registrare un +2,1%, in forte correzione rispetto alla lettura precedente.
Novembre da +5,7% a novembre
La crescita che è stata fatta registrare nel corso di novembre è stata la più importante dell’anno: 5,7% scaccia-crisi e che conferma che i mercati hanno iniziato a credere a Jerome Powell, sempre più ottimista (e scaramantico però) sulla possibilità di poter raggiungere un soft landing.
Di questioni sulle quali dovrà interrogarsi il mercato però nei prossimi giorni e nei prossimi mesi ce ne sono diverse: dall’inflazione, che potrebbe rimbalzare, passando per un mercato del lavoro che è stato resiliente fino ad oggi ma che potrebbe iniziare a presentare qualche segnale di difficoltà.
Per ora però il mercato sembra essere più preso dalle sirene rialziste della nuova presidenza, senza che neanche le dichiarazioni sui dazi pronti anche per i paesi alleati siano riusciti a invertire il trend e renderlo negativo.
Investimenti
Uber sotto inchiesta FTC: il servizio One avrebbe violato le leggi a protezione dei consumatori. Titolo brucia 1,5% dai massimi di giornata
Parte l’inchiesta sulle modalità di cancellazione dal servizio One, che FTC ritiene in violazione delle leggi.
La US Federal Trade Commission ha annunciato un’inchiesta nei confronti di Uber, per presunte violazioni delle leggi a protezioni dei consumatori per il suo servizio in sottoscrizione. Dietro le indagini di FTC ci sarebbero lamentele di diversi utenti che affermano di essere stati iscritti al programma senza il loro consenso e di aver incontrato anche difficoltà importanti nel bloccare il servizio. Le indagini a carico di Uber diventate pubbliche oggi sarebbero già in corso, secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, già da tempo, senza che però ci sia una data certa.
Il titolo non ha eccessivamente risentito della notizia, e si appresta a chiudere una sessione piuttosto scialba, in linea con una performance negativa sia di NASDAQ che di S&P 500, in una sessione pre-Ringraziamento priva di grandi e emozioni e di parziale correzione. Non sono stati ben digeriti i dati arrivati prima dell’avvio della sessione su PCE, PIL e richieste di sussidi di disoccupazione.
È Uber One la pietra dello scandalo
A far drizzare le antenne a FTC è stato il servizio Uber One, un servizio in abbonamento che permette di accedere a tariffe scontate e che per l’azienda vuol dire fidelizzare una clientela pagante e che utilizza di frequent il servizio. Il passaggio al servizio sarebbe stato però forzato per alcuni utenti, che poi hanno riportato alla stessa FTC difficoltà nell’annullare l’abbonamento. Cosa che secondo FTC potrebbe aver violato le leggi che negli USA esistono a tutela dei consumatori.
Anche Uber ha confermato la ricezione di richiesta di informazione e ha anche confermato la sua intenzione di collaborare pienamente con le richieste dell’agenzia governativa USA. Il nodo da sciogliere riguarderebbe le modalità di cancellazione dal servizio, che secondo Uber seguirebbe per filo e per segno ciò che è previsto dalla legge, con l’intero processo di cancellazione che non porterebbe via più di 20 secondi agli utenti.
Seguiranno aggiornamenti su eventuali evoluzioni delle indagini, che a quel punto potrebbero avere un impatto sull’andamento del titolo in borsa.
Investimenti
NVIDIA: Ok le trimestrali. Scambi fiacchi ora, ma i numeri sono di quelli che fanno sperare. EPS +10% rispetto a previsioni
Per Nvidia sono trimestrali molto interessanti. Battute tutte le previsioni. Ok anche settore data center.
Le trimestrali Nvidia, considerate da molti le più importanti di sempre (e più importanti delle prossime decisioni di Federal Reserve) hanno battuto le previsioni sulle revenue e anche per quanto riguarda le attese sul trimestre in corso non c’è granché di cui lamentarsi. Al netto delle reazioni istintive di mercati che sembrano non averne mai abbastanza, NVIDIA fa registrare un altro trimestre da urlo, in crescita sul precedente e oltre previsioni che erano già sufficientemente ottimistiche.
Un sospiro di sollievo che, una volta passa la tensione che da sempre accompagna l’uscita di certi dati, dovrebbe aiutare le borse a tirare un sospiro di sollievo e a convincere anche i più scettici della bontà del trend AI e della sua capacità di contribuire all’arrivo di un soft landing che sembrerebbe ora alla portata dell’economia USA. I numeri sono interessanti e hanno battuto del 10% l’EPS e di poco meno le revenue totali.
È Ancora un buon trimestre per NVIDIA
Ancora un buon trimestre per NVIDIA, società centrale (e quasi monopolistica) nel settore della produzione di chip dei quali è ghiotto tutto il movimento AI. Chip ultra-performanti dei quali il mondo non sembrerebbe averne mai abbastanza con dati delle trimestrali che riportano numeri ben al di sopra di quelli preventivati dagli analisti:
- ADJ EPS 0,81$, con stime che erano a 0,74$
- REVENUE: $35,1B, con stime che erano a $33,5B
- REVENUE DATA CENTER: $30,8B, con stime che erano a $29,14B
- 4Q PREVISIONI: $37,5B con possibile variazione più o meno 2%
Sono numeri importanti che però nell’afterhours stanno procedendo per ora effetti… ridotti. Reazione non ragionevole ma facile da anticipare. L’ultima parola rimarrà a chi opererà domani sulla sessione tradizionale, dopo che la reazione istintiva sarà stata digerita e si inizieranno a fare i conti veri sull’andamento dell’azienda e sulle sue performance.
Investimenti
Boeing: al via i licenziamenti. 2.000 addetti lasciati a casa nello stato di Washington. Nel complesso ne saranno allontanati 17.000
Boeing parte con il programma di licenziamenti che manderà a casa il 10% degli addetti.
Secondo quanto è stato riportato da Reuters, Boeing avrebbe notificato circa 2.200 licenziamenti nello stato di Washington, secondo una nota WARN che è stata inviata oggi. Si tratta di licenziamenti che farebbero parte del piano dell’azienda di tagliare circa il 10% della forza lavoro e che era stato già annunciato lo scorso ottobre, all’interno di un più ampio programma per tagliare i costi e risanare i conti.
Tutto questo all’interno di un 2024 che passerà alla storia come annus horribilis per il produttore di veicoli attivo anche nel settore aerospaziale, con una serie di problemi tecnici che ne hanno danneggiato probabilmente sul lungo periodo l’affidabilità percepita da parte della clientela, soprattutto statunitense. Non è chiaro quali stabilimenti saranno colpiti da tagli del personale in futuro, mentre al raggiungimento della soglia prefissata per i tagli mancano ancora numeri importanti, in una fase di attriti e tensioni anche con i sindacati. Nel complesso il gruppo dovrà fare a meno di 17.000 lavoratori sui circa 170.000 impiegati complessivamente oggi.
Al via i programmi di tagli: il titolo risponde bene
Per quanto si tratti in realtà di un piano già annunciato anche nelle proporzioni, il titolo $BA ha risposto in modo positivo, e nel momento in cui pubblichiamo questa notizia fa registrare un interessante +2,56% all’interno di una giornata sì positiva, ma in modo invero più moderato per le principali piazze USA. Tutto questo in una settimana durante la quale gli occhi saranno puntati tutti o quasi sui dati che arriveranno dal mercato del lavoro e che cercheranno di offrire una via verso la comprensione dei prossimi passi di Federal Reserve. Boeing continuerà però a ivere di vita propria, trovandosi nel mezzo di un importante, ambizioso e pesante piano di riorganizzazione dei costi. Piano che sarà però sopportato in larga parte dalla forza lavoro. Il titolo ha perso da inizio anno oltre il 43% e servirà del tempo – e un piano convincente – per far tornare gli investitori a puntare long.
Azioni News
Enel, investimenti per 43 miliardi di euro. La cedola sale a 0,46 euro
Nel triennio 2025-2027 gli investimenti di Enel saliranno a 43 miliardi di euro. A partire da quest’anno la cedola sarà più alta.
L’obiettivo è spingere al massimo sugli investimenti: Enel ha presentato il nuovo piano strategico 2025-27, dal quale si intravede la volontà del colosso elettrico di investire qualcosa come 43 miliardi di euro – stiamo parlando di una cifra superiore di 7 miliardi rispetto al piano precedente -. il 78% degli investimenti sarà concentrato in Italia e in Spagna, mentre il 22% sarà effettuato in America Latina.
Ma non solo: Enel ha intenzione di aumentare gli investimenti nelle rinnovabili. La capacità dovrebbe essere aumentata di circa 12 GW, arrivando ad un totale complessivo pari a 76 GW di capacità, arrivando ad incrementare la produzione rinnovabile, entro il 2026, di oltre il 15%. Nei clienti, invece, saranno investiti 2,7 miliardi di euro.
A partire dal 2024 viene, inoltre, aumentata la cedola minima, che viene portata a 0,46 euro per azione rispetto al precedente 0,43 euro: è previsto, almeno potenzialmente, un ulteriore incremento fino ad un payout del 70% sull’utile netto ordinario dal 2025.
Enel, gli investimenti previsti
Come verranno dislocati geograficamente gli investimenti di Enel? Il gruppo ha deciso di suddividerli in base ai contributi all’Ebitda: in Europa andrà il 75%, mentre al Nord America e all’America Latina il 25%. Saranno principalmente le reti a rappresentare il fulcro degli investimenti di Enel: le infrastrutture di distribuzione costituiranno il ruolo di abilitatore della transizione energetica e verranno effettuati i maggiori investimenti per riuscire a gestire le crescenti capacità che arrivano dalle fonti rinnovabili. Ma non solo: gli investimenti punteranno a renderle maggiormente resilienti agli eventi meteorologici estremi, che stanno diventando sempre più frequenti. L’obiettivo di investimenti in questo segmento sale al 40% a circa 26 miliardi di euro.
In Italia e in Spagna è concentrato il 78% degli investimenti: i due Paesi sono caratterizzati da dei quadri regolatori favorevoli a incentivare gli investimenti. Entrando un po’ più nel dettaglio in Italia Enel prevede di investire 16 miliardi di euro, in Spagna 4 miliardi di euro e altri 6 miliardi di euro in America Latina. attraverso questa serie di investimenti le reti elettriche di Enel diventeranno più resilienti, digitalizzate ed efficienti. Ma non solo, il gruppo continuerà con il proprio impegno nell’attività di advocacy per favorire quadri regolatori che supportino il ruolo centrale delle reti nella transizione energetica. Enel ritiene che le reti possano contribuire per circa il 40% all’Ebitda ordinario. nel 2027.
Enel prevede di investire qualcosa come 12 miliardi di euro nelle rinnovabili, andando ad aggiungere 12 GW: il miglioramento del mix tecnologico prevede oltre il 70% di eolico onshore e tecnologie programmabili (idroelettrico e batterie). Entro il 2027 la capacità rinnovabile e dovrebbe raggiungere una capacità installata pari a 76 GW.
Complessivamente la produzione di energia rinnovabili di Enel dovrebbe aumentare del 15% in tutte i mercati nei quali il gruppo è presente, anche se gli apporti maggiori dovrebbero arrivare da Europa e Stati Uniti, che arriveranno a contribuire per circa il 55% alla produzione totale di energia rinnovabile dell’intero gruppo da qui al 2027.
Enel, obiettivo zero emissioni
Enel ha confermato l’ambizione di riuscire a centrare le zero emissioni in tutti gli scope entro il 2040. Il gruppo ha intenzione di proseguire con la politica di riduzione delle proprie emissioni dirette e indirette di gas ad effetto serra, in linea con l’accordo di Parigi. rispettando, inoltre, lo scenario di 1,5°C, come certificato dalla Science Based Targets initiative.
Viene anche confermato l’obiettivo di chiudere tutti gli impianti a carbone che rimangono entro il 2027, dopo aver chiesto l’autorizzazione delle autorità competenti. Per quanto riguarda la riconversione Enel ha intenzione di analizzare e valutare le migliori tecnologie presenti sul mercato, sulla base delle esigenze indicate dai gestori delle reti di trasmissione.
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