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Giappone: arriva TSMC | Ok anche per secondo stabilimento

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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I chip piacciono a tutti e c’è chi oggi può festeggiare un importante traguardo. Poche ore fa è stata ufficialmente aperto il primo stabilimento di TSMC in Giappone, frutto di uno sforzo tanto pubblico quanto privato, all’interno di un più ampio programma per rendere il Giappone di nuovo rilevante in questo comparto. All’inaugurazione dello stabilimento ha preso parte anche il fondatore dell’azienda Morris Chang.

Si tratta della prima fabbrica di chip di TSMC in Giappone, alla quale seguirà la costruzione di un altro stabilimento che sarà in grado di produrre chip tra tre anni. Secondo i dati comunicati al pubblico, per ciascuno dei due stabilimenti ci sono stati investimenti privati di circa 20 miliardi di dollari. Anche il primo ministro giapponese ha inviato un messaggio video di congratulazioni, definendo l’avvio delle operazioni nella prima fabbrica di TSMC un passo di enorme importanza per quanto riguarda il futuro del paese, e anche nelle relazioni tra Giappone e Taiwan, paese che è quello di origine appunto del produttore di chip.

Apre il primo stabilimento, attesa per il secondo

Anche il Giappone vuole un posto al sole nel mondo dei chip

I chip, ne è testimonianza il grande successo di NVIDIA, continuano a essere uno dei temi più importanti per quanto riguarda tanto il mercato, quanto le politiche industriali dei principali paesi. Gli stessi chip sono tuttora al centro di una guerra commerciale di enormi proporzioni tra USA e Cina, con i primi che proibiscono l’accesso ai più evoluti alle aziende della Repubblica Popolare, con nessuna possibilità per ora che la situazione evolva in senso positivo per Pechino.

Tra gli investimenti di Intel in Europa e di altre aziende altrove, anche il Giappone si è mosso da tempo per riportare il paese al centro di questo mercato. Questione che appunto nell’apertura del primo stabilimento di TSMC in Giappone. Stabilimento che sarà il primo di almeno 2 e che ha visto convergere tanto spinte dal settore pubblico quanto corposi investimenti privati, guidati da alcune delle più grandi aziende del paese del Sol Levante, compresa Sony. Gli investimenti diretti del governo sono stati per il momento di 3 miliardi di dollari per una prima tranche e di una seconda già approvata da 7 miliardi di dollari.

E sarà guerra tra USA, Europa e Giappone per attirare i prossimi investimenti e le prossime mosse di TSMC: il gruppo ha infatti annunciato da poco un piano per il primo stabilimento in Europa, così come è in corso una seconda costruzione negli Stati Uniti. Non è chiaro se l’apertura anche in Giappone costringerà l’azienda a rivedere i piani futuri di futura espansione.

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Un ritorno a 40 anni fa?

Negli anni ’80 il Giappone dominava il settore dei chip, con compagnie come NEC e Toshiba che da sole, come riporta Reuters, governavano circa la metà del mercato mondiale. Al momento, sempre secondo gli stessi dati, il Giappone e le sue aziende avrebbero uno share di mercato sotto il 10%. Frutto di un mondo dei chip che è cambiato radicalmente e che ha visto emergere aziende di Taiwan, coreane e anche europee. Difficile immaginare per adesso che però si possa tornare ai fasti di un tempo.

Interessante anche il possibile impatto sul mercato del lavoro in Giappone: i posti di lavoro che le due fabbriche finiranno per creare ammontano a 3.400 unità, senza tenere conto dell’indotto e dei riflessi a cascata sulle altre aziende tech giapponesi.

La guerra dei chip si intensifica, e ora anche il Giappone sarà una delle potenze che potranno prendere parte al settore che piace di più ai mercati. Questo nonostante dalla Cina si tuoni di capacità di produzione su scala globale che sono di molti superiori alle necessità.

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