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Giù i consumi di gas industiale in UE. E KKR fa shopping in Italia

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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La domanda di gas per utilizzo industriale sarà del 20% più bassa, in Europa, rispetto al 2021. Fatte salve improbabili modifiche nel tipo di combustibili utilizzati, il calo di consumo di gas in questo contesto è, secondo i più accreditati analisti, segnale di difficoltà per il settore industriale europeo, che rimane lontano dai livelli di attività pre-pandemici.

Una situazione sulla quale pesa la crisi tedesca, innesco per problematiche più ampie, più strutturali e a livello politico più preoccupanti per l’outlook economico del Vecchio Continente. Conseguenze che potevano essere considerate fino all’anno scorso conseguenza degli importanti aumenti di prezzo per l’approvvigionamento. Oggi invece raccontano di un’Europa stanca e per il momento incapace di reagire alla crisi.

Altri segnali di crisi per le economie europee

Debolezza, incertezza, crisi

È questa la trimurti che affligge l’intero settore manifatturiero europeo, con poche (e poco rilevanti) eccezioni. I prezzi non possono essere più ritenuti responsabili, in quanto più bassi dell’80% rispetto al picco raggiunto in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. E i conti della serva indicano forte crisi per il settore industriale europeo, che in parallelo con quello cinese sta pagando un livello della domanda globale che si è raffreddato e che – almeno per i meno ottimisti – potrebbe essere il primo segnale di una recessione possibile.

Il ruolo della Germania è centrale: gli ordini industriali sono ai livelli più bassi dal 2020, indice anche questo di contrazione che potrebbe portare alla recessione tecnica Berlino, per quanto in realtà le proiezioni per ora sembrerebbero escludere una tale eventualità.

Occhi puntati Europa
Occhi puntati sull’Europa

In Italia lo shopping di KKR

Dopo l’ingresso in Telecom, il fondo di Private Equity vuole fare ancora shopping in Italia. Secondo alcune indiscrezioni che non possono essere confermate dal Fondo, il co-fondatore del gruppo, Henry Kravis, sarà a Milano per il weekend per incontrare non meglio precisate imprese nel settore della manifattura, dell’automazione e della tecnologia. KKR avrebbe in agenda almeno tre incontri.

Non si tratterebbe di una visita di cortesia ma della procedura di KKR per analizzare e concludere deal. È la stessa procedura, con tempistiche simili, che si verificò prima dell’acquisto della quota in Telecom Italia.

La bassa capitalizzazione di quelli che la stampa locale definisce i gioielli industriali del Paese sembrano fare gola a chi, come KKR, sembrerebbe avere capitali da investire.

L’investimento in Telecom, dal controvalore di più di 1,5 miliardi di euro, rimarrà, almeno per ora. il più importante investimento del gruppo in Italia.

Tutti pendono dalle labbra di BCE

Questa sarà anche la settimana delle decisioni di BCE in merito ai tassi di interesse di riferimento nell’eurozona. Permane incertezza su una possibile pausa nei rialzi. Salvo poi riprendere il cammino delle politiche monetarie restrittive se necessario.

Le proiezioni della Commissione Europea diffuse ieri descrivono un quadro più complicato del previsto nella lotta all’inflazione e non è detto che non giochino un ruolo nelle prossime decisioni di BCE, nonostante le montanti pressioni politiche, che questa volta non arrivano dalle economie più sconquassate del continente, ma anche dalla ex-locomotiva tedesca.

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