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IEA: Le scelte del G7 non peseranno sull’offerta di greggio

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Written by Moreno La Guardia
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Secondo il Direttore Esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), Fatih Birol, l’IEA prevede che le azioni intraprese dai paesi del Gruppo dei Sette (G7) per contrastare l’evasione dei limiti di prezzo sull’energia russa non avranno un impatto significativo sulla situazione dell’offerta di petrolio greggio e prodotti petroliferi.

Durante il loro incontro annuale, il G7, l’Unione Europea e l’Australia hanno concordato di imporre un limite di prezzo di 60 dollari al barile sul petrolio greggio russo trasportato via mare e di stabilire un tetto massimo di prezzo per i prodotti petroliferi russi, al fine di privare Mosca delle entrate derivanti dalla sua invasione dell’Ucraina.

Il G7 ha anche dichiarato di intensificare gli sforzi per contrastare l’evasione di tali limiti, adottando misure specifiche che non provocano effetti indesiderati sul mercato globale dell’energia e garantendo al contempo un adeguato approvvigionamento energetico a livello globale. Tuttavia, non sono stati forniti ulteriori dettagli riguardo a queste azioni specifiche.

Immagine di copertina, "L'IEA ritiene che il G7 avrà un impatto limitato sull'offerta petrolifera", sfondo delle bandiere dei paesi facenti parte del G7.
Secondo l’IEA, le misure per contrastare l’evasione del price cap non modificheranno l’offerta di greggio sul mercato.

Il price cap funziona?

Un anno fa, durante il Summit del G7 a Elmau, i leader concordarono di adottare una politica volta a stabilizzare il prezzo del petrolio russo al fine di impedire alla Russia di trarre vantaggio economico dalla guerra. Questa politica di limitazione dei prezzi è un nuovo strumento di diplomazia economica che mira a raggiungere due obiettivi apparentemente contraddittori: ridurre i profitti petroliferi russi e garantire un costante approvvigionamento di petrolio russo.

Raggiungendo entrambi questi obiettivi, sarebbe più difficile per la Russia finanziare la sua guerra in Ucraina, mantenendo al contempo i costi energetici bassi per consumatori e imprese in tutto il mondo. A quasi sei mesi dall’implementazione, la politica di limitazione dei prezzi sta ottenendo successo su entrambi i fronti. Anche se paesi come l’India continuano ad acquistare petrolio russo al di sotto del price cap.

Le esportazioni russe continuano a fluire, contribuendo alla stabilità del mercato petrolifero mondiale. Nonostante i prezzi del petrolio globali siano rimasti stabili, il prezzo del petrolio russo è diminuito significativamente, riducendo i profitti del Cremlino. Subito dopo l’invasione, la Russia aveva ottenuto profitti straordinari grazie all’aumento dei prezzi del petrolio causato dalla guerra in Ucraina.

Immagine di pedoni su una scacchiera con le bandieri dei paesi del G7.
Un anno fa i paesi del G7 si accordavano per imporre un price cap sul petrolio russo.

Gli ingenti investimenti nel gas

Durante il G7, è stato confermato il sostegno agli investimenti nel settore del gas nel comunicato di sabato, definendolo una soluzione “temporanea” per affrontare potenziali carenze di mercato.

Questa decisione ha allarmato gli attivisti per il clima, che temono che il gruppo possa non raggiungere l’obbiettivo di zero emissioni entro il 2050.

Tuttavia, il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Fatih Birol, ha sottolineato che i paesi del G7 hanno ribadito il loro impegno nel raggiungere l’obiettivo di 1,5 gradi Celsius. Inoltre, ha agiunto che la transizione verso l’energia pulita sta avvenendo a un ritmo molto più rapido di quanto si possa pensare.

Secondo Birol, il fatto che non sia stato determinato un periodo di tempo preciso è dovuto alla dipendenza di lunga data, soprattutto dei paesi europei, dal gas russo. Cambiare completamente questa situazione da un giorno all’altro non è un compito facile.

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