Decisione controversa in Canada: il governo Trudeau ha deciso di finanziare la tecnologia di cattura diretta dell’anidride carbonica con l’obiettivo di abbassare l’impatto ambientale complessivo dell’economia canadese. Il Primo Ministro canadese ha sottolineato che il Canada vuole essere un paese esemplare nella sostenibilità e vuole essere un esportatore di energia rinnovabile. Questo obiettivo, però, stride con il fatto che il Canada sia anche il quarto produttore al mondo di petrolio e uno dei principali esportatori globali di gas naturale liquefatto. Non soltanto questo significa che il Canada mette in circolazione nell’economia mondiale una grande quantità di combustibili fossili, ma anche che emette nell’atmosfera grandi emissioni di CO2 per la produzione di gas e petrolio.
La tecnologia di cattura diretta del carbonio verrà finanziata con l’obiettivo di garantire una maggiore sostenibilità del settore energetico canadese. Al tempo stesso è una decisione che ha fatto discutere molto, sia nel Parlamento canadese che tra le società attive nella difesa del Pianeta. Infatti la cattura diretta dell’anidride carbonica, per quanto sia effettivamente un modo per ridurre l’impatto del settore dei combustibili fossili, è indirettamente anche un sistema per continuare a mettere petrolio e gas naturale in circolazione con la “scusa” del fatto che la loro produzione è resa più sostenibile dal sistema di cattura della CO2.
Fino a $20 miliardi sul tavolo
Per avere le informazioni complete sul nuovo piano di Trudeau bisognerà attendere che il Canada approvi il FES (Fall Economic Statement). Si tratta di uno dei principali appuntamenti economici per il governo canadese, nel quale vengono approvati diversi piani di investimento e gestione della spesa pubblica per l’anno successivo. Si parla di un progetto complessivo da $19.7 miliardi (dollari americani) da investire lungo un corso di 5 anni.
Una parte di questi fondi sarà dedicata ai progetti per la cattura diretta del carbonio, ma si intende guardare anche alla produzione di energia più sostenibile in diverse forme. Si sa già, ad esempio, che sono pronti miliardi di incentivi al settore della produzione di gas tramite biomasse, una forma di energia in cui il Canada ha investito molto per garantirsi un ruolo da leader tecnologico a livello globale. Da poco la nazione ha anche annunciato l’arrivo del suo primo impianto per la produzione di idrogeno verde, che dovrebbe avviare la produzione nel 2028.
La decisione di investire sulla cattura diretta del carbonio, però, è sicuramente la più discussa. Molte associazioni locali parlano di greenwashing, dal momento che il Canada non vuole rinunciare al suo export di gas e petrolio ma semplicemente “mettere una pezza” sulle emissioni legate alla produzione e alla raffinazione di questi.
L’obiettivo è competere con gli USA
Uno dei problemi del settore delle rinnovabili in Canada è il fatto che gli Stati Uniti, soprattutto nell’epoca dell’amministrazione Biden, offrono degli incentivi migliori ai produttori di tecnologie sostenibili. Gli States stanno finanziando con miliardi di dollari, attraverso incentivi fiscali e sussidi diretti ai produttori, la produzione di energia rinnovabile, l’idrogeno verde e i produttori di batterie al litio. Ora Trudeau ha deciso che è arrivata l’ora di essere competitivi con il vicino americano: i finanziamenti alla cattura diretta del carbonio saranno solo uno degli interventi che il governo canadese ha deciso di mettere in piedi prima dell’approvazione del budget della prossima primavera.
Si parla di competere con gli Stati Uniti in tutto e per tutto, attraverso un sistema di crediti fiscali e CFD. I crediti fiscali permetteranno alle società che producono tecnologie rinnovabili o impiegano sistemi di cattura diretta dell’anidride carbonica di detrarre dalle imposte una certa quantità di denaro per ogni chilo di CO2 non emessa nell’atmosfera; il sistema di CFD (Contracts For Difference), invece, garantirà ai produttori di energia rinnovabile e idrogeno verde di ricevere un compenso fisso per ogni kilowatt di energia prodotta. Se il prezzo di mercato dovesse essere inferiore a quello negoziato dai CFD del sistema pubblico, allora il produttore potrà chiedere la differenza al governo.