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In Asia, il costo delle rinnovabili scende sotto al carbone

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Un nuovo report pubblicato da Wood Mackenzie rivela che la lotta al cambiamento climatico sta andando meglio del previsto in Asia, per lo meno per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile. Secondo la recente pubblicazione, le rinnovabili hanno raggiunto un importante traguardo: un costo di produzione per kilowatt inferiore a quello del carbone. Questo è il punto critico nell’allineare gli interessi economici di una nazione a quelli della sostenibilità. Nel momento in cui produrre energia rinnovabile costa meno che produrre ogni altro tipo di energia, si ottiene il più forte degli incentivi alla crescita del settore del fotovoltaico e dell’eolico.

Secondo Wood Mackenzie, attualmente il prezzo combinato delle fonti di energia rinnovabile nell’area Asia-Pacifico è attualmente del 13% inferiore a quello dell’energia prodotta dal carbone. Non soltanto, ma si pensa che entro la fine del decennio le cose andranno ancora meglio: la previsione è che il prezzo delle rinnovabili arrivi a essere del 32% inferiore a quello del carbone entro il 2030. Considerando che Cina e India da sole sono responsabili di un ammontare di emissioni quasi pari al resto del mondo messo insieme, l’area Asia-Pacifico è assolutamente determinante nella lotta al cambiamento climatico. Anche grazie al fatto che alcuni dei maggiori produttori di pannelli fotovoltaici e pale eoliche del mondo si trovino in questa regione, qui il prezzo delle rinnovabili sta scendendo più velocemente rispetto ad altre aree del mondo.

4,5 miliardi di persone vivono nell’area Asia-Pacifico

Il solare vince nella corsa ai prezzi

Secondo il report di Wood Mackenzie, la forma di energia rinnovabile che vede i prezzi scendere più velocemente è quella solare. Questo anche grazie al fatto che 7 dei 10 principali produttori di pannelli fotovoltaici siano cinesi, al punto che l’Unione Europea sta cercando di approvare una nuova regolamentazione per provare a salvare i produttori europei. I costi di produzione in Cina per i pannelli sono più bassi che in qualunque altra parte del mondo, ma al tempo stesso questi prodotti mostrano un livello di efficienza assolutamente paragonabile ai leader tecnologici della categoria. Attualmente l’energia fotovoltaica è già più economica rispetto a quella prodotta dal carbone, a livello complessivo nell’Asia-Pacifico; chiaramente si verificano delle differenze tra una regione e l’altra, a seconda del livello di irradiamento ed esposizione solare.

Per quanto riguarda l’energia eolica, invece, si prospetta che questa possa arrivare a essere competitiva con i prezzi del carbone nel corso del 2025. Interessante notare come ci sia una differenza abissale nei prezzo dell’energia rinnovabile tra i vari paesi che compongono l’area Asia-Pacifico: in Cina si registrano prezzi più bassi del 40-70% rispetto alle altre nazioni della regione. La previsione di Wood Mackenzie è che la Cina continui ad aumentare questa differenza nel corso dei prossimi decenni, arrivando al 2050 con un vantaggio di prezzo del 50% rispetto alla media mondiale.

Il carbone rappresenta il 69% delle emissioni di CO2 per l’energia nella regione Asia-Pacifico, secondo la IEA

Le previsioni di Wood Mackenzie per il futuro

Le previsioni incluse nel report sono forse la parte più interessante della pubblicazione. Wood Mackenzie indica che nei prossimi anni è prevista una forte crescita del solare decentralizzato, cioè delle installazioni scollegate dalla rete elettrica nazionale che servono piccole aree remote. Considerata la difficoltà di collegare le grandi aree della regione Asia-Pacifico, questa sta diventando una necessità crescente. Inoltre si prevede una forte crescita dell’eolico offshore, una forma di energia che in Cina risulta già essere competitiva con il carbone. Tutto questo ha anche pesato sulla domanda di combustibili fossili, con prezzi in calo del 23% nel corso del 2023, portando invece a un interesse sempre crescente nei confronti delle rinnovabili. Per quanto riguarda i punti critici su cui lavorare, Wood Mackenzie indica che un potenziale collo di bottiglia potrebbe essere lo stoccaggio energetico: la necessità di conservare energia per stabilizzare la rete sarà uno dei temi determinanti nel corso dei prossimi anni.

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