I rappresentanti di oltre 120 nazioni del mondo oggi erano presenti ad Atene per la conferenza annuale Our Ocean, uno degli eventi più importanti a livello internazionale per la preservazione degli oceani e per la sostenibilità dello sfruttamento delle risorse economiche che ne derivano. Sono state annunciate diverse iniziative importanti, in alcuni casi da singoli paesi -come la Grecia che ha promesso di investire oltre €780 milioni per proteggere la biodiversità nei suoi mari- e altri coordinati a livello sovranazionale. Gli accordi già annunciati segnano un passo avanti importante nella ricerca di risorse da investire sulla “blue economy”, anche se purtroppo ci sono state proposte di rilievo da Cina e Stati Uniti.
In ogni caso, l’evento più atteso di oggi era quello per l’intervento dei rappresentanti dell’Unione Europea. Come ci si aspettava, è stato proposto un piano d’investimenti molto ambizioso che non si limiterà ad avere effetti sui paesi membri: il piano è finanziare progetti in tutto il mondo, cercando di massimizzare l’impatto sulla salvaguardia oceanica senza danneggiare chi vive dello sfruttamento delle risorse ittiche o di turismo. Tanti i paesi insulari o peninsulari che hanno appoggiato l’iniziativa, dai quattro angoli del mondo.
L’UE punta in alto sugli obiettivi di salvaguardia
La grande notizia proveniente dall’Unione Europea è che Bruxelles è pronta a mettere in campo fondi per €3.5 miliardi da destinare alla salvaguardia oceanica. Il piano prevede di investire su 14 grandi progetti, che avranno a che fare con ambiti diversi della sostenibilità: prevenire o contenere il versamento di plastica nei mari, assicurare un corretto ripopolamento delle specie che sono messe in pericolo dalla pesca intensiva e diminuire l’inquinamento dei mari. Inoltre l’UE è pronta ad approvare un nuovo regolamento per la pesca sostenibile, accompagnata da un piano d’investimento da €1,9 miliardi, che andrà a toccare Cipro, Grecia, Portogallo e Polonia.
Tra le iniziative che saranno finanziate dall’UE, ci sono €103 milioni che andranno a potenziare le risorse a disposizione degli istituti per la raccolta di dati sugli oceani; €134 milioni andranno ai paesi africani, nel tentativo di aiutarli a sviluppare un’industria della pesca più efficiente ma anche più sostenibile. Ci sono anche due investimenti che riguardano da vicino l’Italia. In primis, l’UE ha deciso di destinare €980 milioni del fondo di Recupero e Resilienza creato in tempo di pandemia per supportare investimenti in Grecia, Spagna, Italia e Finlandia; c’è poi una misura speciale, su cui Bruxelles intende investire €130 milioni, specificamente destinata ad aiutare l’Italia e il Portogallo a fare investimenti sulla sostenibilità e sulla riduzione dell’inquinamento dei mari.
Si chiede all’ONU di ratificare i punti chiave della conferenza
Uno dei momenti salienti dell’edizione 2024 di Our Ocean è la firma di un elenco di 60 punti da parte dei paesi europei e di altri 8 paesi del mondo (Bermuda, Filippine, Cile, Costa Rica, Corea del Sud, Seychelles, Palau, Nigeria, Repubblica Dominicana). Si chiede ora alle Nazioni Unite di ratificare questo accordo per renderlo mondiale. Il punto più importante è quello che viene definito 30-by-30, cioè proteggere il 30% della superficie terrestre e marittima entro il 2030. Attualmente ci sono 89 paesi che hanno già firmato questo trattato e che hanno deciso di ratificarlo in futuro. Con oltre $140 miliardi di investimenti mossi dal 2014 a oggi, Our Ocean si conferma un appuntamento estremamente popolare e importante per la ratificazione di accordi sulla salvaguardia degli oceani: vista la rilevanza, prima della fine della conferenza, è possibile che le Nazioni Unite esprimano il loro interesse per proporre una votazione a tutti gli effetti sulla ratifica dell’accordo 30-by-30. Dopo gli impegni internazionali presi al COP 28, questo potrebbe essere un prossimo passo avanti importante nella lotta al cambiamento climatico.