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Microsoft riporta Sam Altman a capo di OpenAI. Manca solo conferma

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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La decisione di allontanare Sam Altman è stata scioccante per tutti i soggetti coinvolti, per quanto a diverso titolo, con OpenAI. Dagli sviluppatori ai dirigenti, passando per il numero importante di clienti che già si affidano ai servizi dell’azienda, tutti o quasi si sono dichiarati esterefatti di una decisione che è piovuta sull’importante società come un fulmine a ciel sereno. In aggiunta, sembra che ci siano state, in collegamento con la decisione del board, proteste vibranti anche da parte degli investitori diretti – tra questi anche Microsoft – per non essere stati messi al corrente appunto della decisione prima che questa venisse comunicata al mondo intero.

Una situazione che ha creato un clima piuttosto spiacevole, che avrebbe portato alle dimissioni successive (o alla minaccia delle stesse) di diversi degli sviluppatori senior e che, questo è il colpo di scena che sta dominando la scena oggi, potrebbe portare il board a rimangiarsi la decisione. Sam Altman, almeno secondo le indiscrezioni pubblicate da The Verge, potrebbe tornare davvero a capo di OpenAI, dopo essere stato rimosso poco più di 24 ore fa.

Clamoroso colpo di scena nel caso OpenAI

Sam Altman già pronto a tornare alla guida di OpenAI: un caso alla Steve Jobs, concentrato in poche ore

La tragedia in tre atti avrà il suo ultimo oggi, domenica 19 novembre, almeno secondo quanto è stato riportato da The Verge, che è il giornale che sta seguendo più da vicino la situazione e che aveva riportato già poche ore dopo l’inizio di un conflitto che avrebbe visto soccombere o Sam Altman o il board. Secondo le indiscrezioni confermate da più quotidiani statunitensi, a giocare un ruolo fondamentale nella diatriba dell’anno ci sarebbe stato il CEO di Microsoft, Satya Nadella, a capo di una corporation che ha investito (o promesso investimenti secondo alcuni) per 10 miliardi di dollari.

Nadella avrebbe offerto infatti il suo pieno supporto a Altman per qualunque tipo di mossa successiva e anche al fine di organizzare un contro colpo di stato per rimetterlo a capo di OpenAI. Anche Thrive Capital, che è la seconda società in termini di quote di OpenAI detenute, sarebbe stata del medesimo e avrebbe pertanto offerto il suo aiuto materiale affinché quanto sopra descritto avvenisse.

ChatGPT OpenAI rischi
Al centro della diatriba una società con ricavi già molto importanti

Vincono i controgolpisti: nella giornata di oggi probabilmente Sam Altman tornerà alla guida di OpenAI

Mentre diamo alle stampe virtuali questo approfondimento, sembrerebbe essere quasi certo il ritorno di Sam Altman alla guida di OpenAI. Il controgolpe organizzato da Microsoft – che sul tavolo avrebbe messo anche il blocco dei crediti per il cloud avrebbe già sortito i suoi effetti. Le minacce di dimissioni dello staff senior della società, che è il più importante affinché siano raggiunti gli ambiziosi obiettivi di OpenAI, sono arrivate compatte, così come sarebbero state minacciate cause legali da parte degli investitori stessi. Senza parlare delle dimissioni del direttore della ricerca Jakub Pachocki e del capo della divisione valutazione del rischio AI Aleksander Madry.

Il board dovrebbe a questo punto dimettersi – ancora una volta secondo indiscrezioni in via di conferma – e la situazione dovrebbe tornare piuttosto rapidamente a quella che era la vecchia normalità, per quanto senza i golpisti del board, che saranno costretti a dimettersi.

Tutto è bene quel che finisce bene? Staremo a vedere, così come potremo valutare soltanto lunedì gli eventuali effetti sul titolo Microsoft successivamente a una storia poco edificante per il bambino prodigio del settore AI, quella OpenAI che ha già mantenuto promesse importanti, che già macina ricavi interessanti e che sembrerebbe essere la società meglio posizionata in una guerra commerciale e tecnologica che definirà senza dubbio alcuno i prossimi anni anche del mercato azionario.

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