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Nigeria: per salvare la valuta arrivano i sauditi

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Fact checked by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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L’ambizioso piano della Nigeria per rendere la fluttuazione della propria valuta nazionale, il Naira, sui mercati del Forex, avrà il supporto della corona saudita. Riyad, almeno secondo le comunicazioni ufficiali che stanno circolando da qualche ora, fornirà la liquidità che manca e che è più che mai necessaria per far fronte anche all’imponente backlog di richiesta di dollari. Con una lezione che oggi dovrebbe essere chiara per tutti, anche tenendo conto di quanto sta accadendo altrove in Africa: i regimi di cambi fissi devono essere foraggiati con capitali importanti. Capitali importanti che prima o poi finiscono.

Nel frattempo la distanza del cambio ufficiale e quello del mercato nero rimane considerevole, costringendo le autorità nigeriane a cercare sponde, soprattutto monetarie, per sostenere il suo progressivo ritorno alla normalità. Sponda che almeno a leggere i dispacci governativi, sarà offerto appunto dalla corona saudita.

Arrivano i sauditi, ma vogliono riforme

Soldi in cambio di riforme

Non sarà denaro gratuito, cosa che d’altronde raramente accade. Secondo quanto è stato dal ministro Mohammed Idris, ci sarà sì fornitura di liquidità a sostegno delle riforme già in corso per la banca centrale, ma si dovranno offrire in cambio anche delle rassicurazioni su un piano più ampio di riforme economiche, che incontreranno il pieno sostegno da parte dell’Arabia Saudita.

Ci sarà inoltre, anche se non è oggetto di questa digressione, un piano di investimenti sulle raffineria nigeriane che vedranno coinvolta anche direttamente Aramco. Il piano di aggiornamento e miglioramento ha un orizzonte di circa 3 anni.

Tornando al Naira: i tentativo di ritorno a una sorta di normalità da parte della banca centrale della Nigeria costerà tanto e ci sarà bisogno di liquidità anche per fare fronte all’enorme numero di richieste di cambio ancora inevaso, mentre nel paese si continua a scambiare la valuta locale contro il dollaro sul mercato nero a tassi molto lontani da quelli ufficiali.

Il backlog di cambi non ancora sottoposti a clearance supera i 6,7 miliardi di dollari, con le richieste che continuano a accumularsi in una situazione di certa difficoltà per la banca centrale, in assenza di importanti riserve di valuta forte e nello specifico dollari.

Ritorno normalità
Occhi puntati su Naira: ritorno alla normalità possibile?

L’altra, ennesima lezione sui cambi fissi

Quella del cambio controllato in assenza di peg e di sottostante è il sogno di tante banche centrali, che su pressioni politiche sognano di poter governare i mercati e la domanda e l’offerta di questa o quella valuta. La storia che arriva dalla Nigeria è l’ennesima che descrive un fallimento su tutti i fronti e dell’impossibilità di mantenere certe politiche e certi controlli senza avere capitali da letteralmente bruciare.

Lo stesso caso si è palesato in Egitto, dove continuano le remore per un adeguamento del cambio in vista delle elezioni, con la mossa di un’ulteriore svalutazione del Pound che è estremamente impopolare tra l’elettorato, per quanto necessaria.

Lo stesso si è visto in tutti i più recenti esperimenti in tal senso, vuoi perché spinti da necessità politiche, vuoi perché spinti dalla convinzione, errata, di poter governare le forze di mercato quando mancano i fondamentali.

In tutti i casi, per quanto si sia cercato di limitare il crollo delle valute sul mercato nero, le popolazioni interessate hanno finito per pagare a carissimo prezzo le decisioni delle loro banche centrali.

Questo per quanto altrove si cerchi, tramite controlli e repressione, di controllare i mercati neri che inevitabilmente pullulano. Vedremo se l’ambizioso piano della Nigeria verrà portato e termine e se il Naira tornerà a essere scambiato sulle piazze internazionali in condizioni di normalità.

E vedremo anche se l’impegno dell’Arabia Saudita potrà fare fronte alla necessità importante di riserve per tornare alla suddetta normalità per il Naira.

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