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Pechino lascia tassi invariati | Stimoli saranno deboli

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Nessuna sorpresa dalle mosse della banca centrale cinese. Uno dei tassi più importanti in termini di politica monetaria di Pechino rimane infatti invariato al 2,5%, nel timore di esacerbare ulteriormente la volatilità dello yuan, mentre si procede con iniezioni di liquidità di carattere assai modesto e che segnalano il desiderio di PBOC di muoversi con i proverbiali piedi di piombo. Una decisione che però sul breve difficilmente avrà qualunque tipo di effetto sul cambio dello yuan, dato che si trattava di decisioni ampiamente previste e anticipate dai mercati, per quanto questi almeno dalle parti della Cina arrivino da una settimana di chiusura dovuta al capodanno lunare.

Si tratta di una situazione molto complicata per le autorità monetarie cinesi: il rischio è quello di peggiorare performance dello yuan già poco entusiasmanti, mentre al contempo le piazze continuano a aspettarsi interventi più decisi a tutela di un mercato, in particolare quello azionario, che sta vivendo un periodo di scarsa brillantezza.

Cina tassi invariati
Si aspettano tempi migliori

Una decisione temporanea

La decisione presa oggi non dovrebbe essere interpretata come un segnale per le policy di lungo periodo, almeno secondo la maggioranza degli analisti, che credono semplicemente che PBOC continuerà a navigare a vista in attesa di ulteriori segnali che arriveranno dai mercati e dai dati macro. D’altronde il dilemma è di quelli importanti e di quelli che non si possono risolvere facilmente: da un lato la necessità dei mercati di liquidità, dall’altro invece una divisa nazionale che soffre da tempo sui mercati del Forex e che impone, dopo un 2023 certamente da dimenticare, scelte più ponderate e oculate.

Mancano per ora le pressioni politiche all’immissione di liquidità sui mercati, o meglio, sono controbilanciate dalle considerazioni sulla tenuta dello yuan sui mercati, con l’intenzione di ridurre volatilità e perdita di valore nei confronti del dollaro, questioni che le autorità di Pechino ritengono ancora più importanti.

Il progetto, lato, è quello di rendere lo yuan più apprezzato sulle piazze internazionali e di procedere, per quanto lentamente, a renderlo un inquilino a pieno diritto dei piani alti della moneta. Un progetto politico che sembrava continuare a ritmi sostenuti, salvo poi incontrare limiti strutturali costituiti da una debolezza importante dell’economia cinese nel corso dell’anno che si è appena concluso.

Saranno i fattori esterni – almeno questo è quanto ritengono più probabile gli analisti – a guidare le prossime decisioni di PBOC, decisioni che saranno con ogni probabilità nel senso di tagli ai tassi attuali, non appena la situazione lo renderà possibile o necessario.

Nessuna decisione
La difesa dello yuan rimane centrale

Nessuno aspetti il bazooka

C’è però almeno un segnale che dovrebbe decretare la chiusura della discussione su un possibile bazooka di stimoli per una borsa che è in forte sofferenza. Tale bazooka non ci sarà e i mercati dovranno prezzare l’abbandono della più ottimistica delle previsioni. La politica monetaria cinese, a meno di clamorosi stravolgimenti che arriveranno appunto dall’economia, continuerà – almeno questo è quanto il Partito vorrebbe far passare – a essere oculata e a tenere conto anche del valore dello yuan e alla necessità politica di rendere stabili i cambi.

Gli interventi, anche in termini di immissione di liquidità, rimarranno spot, non organici e di impatto ridotto, puntando più su effetti annuncio che però fino a adesso hanno funzionato poco e che non hanno convinto pienamente i mercati.

La riapertura delle piazze di Shenzhen e di Shanghai aiuterà a comprendere cosa ne pensano i mercati di una scelta che però era assai scontata. E forse si potrebbe capitalizzare la buona performance di Hong Kong, che è tornata al trading in anticipo, per vedere un rimbalzo quantomeno dell’azionario. Su CNYUSD ci si aspettano movimenti non eccessivi in seguito a questa decisione.

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