News, Materie prime

USA, freddo colpisce la produzione di petrolio

Avatar di Alessandro Calvo
Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
Scopri i nostri principi editoriali

Il freddo estremo di queste settimane negli Stati Uniti pesa sulla produzione e sulle importazioni di petrolio. A dimostrarlo sono i numeri diffusi dell’Energy Information Administration nel suo report settimanale, in cui si confermano alcune delle voci di corridoio delle settimane scorse. Le scorte americane di petrolio sono calate di 9.2 milioni di barili, collocandosi ora a quota 420,7 milioni di barili. Il calo supera nettamente le attese degli analisti, che invece si aspettavano un calo di 2.1 milioni di barili rispetto alle scorte della settimana precedente. Lo si deve a un mix di condizioni avverse non soltanto dal punto di vista climatico, ma anche dal punto di vista della bassa domanda di mercato.

Il prezzo del petrolio WTI è calato solo leggermente in risposta al nuovo report, con il barile lievemente sotto a quota 75$. Il calo avrebbe forse potuto essere maggiore, ma a supporto del prezzo ha giocato la notizia di un nuovo attacco Houthis a una nave cargo che stava attraversando il tratto del mar Rosso davanti alle coste dello Yemen. Le preoccupazioni per la sicurezza dei carichi hanno moderato i ribassi causati soprattutto dalla notizia di scorte molto alte di prodotti raffinati negli USA.

presentazione della notizia su dati EIA del 24 gennaio 2024
Continua l’aumento delle scorte di benzina negli USA

Calano le scorte e l’attività di raffinazione

Il calo nelle scorte di petrolio è stato dovuto, secondo la IEA, soprattutto al calo delle importazioni. Negli Stati Uniti sono stati importati 1.2 milioni di barili di petrolio al giorno in meno rispetto alla settimana precedente, soprattutto per via del numero di raffinerie chiuse a causa del gelo. Per il momento il freddo record non sembra allentare la sua presa, soprattutto negli Stati centrali del paese. Sempre a causa delle condizioni climatiche avverse, alcuni pozzi hanno dovuto interrompere le operazioni di estrazione. Il calo della produzione stimato dovuto a questo effetto è di 1 milione di barili al giorno. Le consegne presso l’hub di Cushing in Oklahoma, dove si regolano le spedizioni dei contratti futures, hanno addirittura visto un calo di 2 milioni di barili al giorno.

Complessivamente il freddo ha dunque rallentato la produzione e le importazioni per un totale di 2.2 milioni di barili giornalieri, ma il calo nelle scorte è stato più contenuto di così. Questo perché un altro effetto del grande freddo è stato tenere le persone più a casa e meno nelle strade, con la domanda di benzina che sta toccando nuovi minimi. In totale la quantità di benzina richiesta dai distributori, dato che viene spesso usato come surrogato per la domanda di mercato, è stata di 7,9 milioni di barili al giorno. Si tratta di un calo di quasi 400.000 barili rispetto alla settimana precedente, il valore più basso toccato da un anno a questa parte.

foto di un fiume congelato in una città americana
Gli effetti del freddo record pesano su produzione e raffinazione di petrolio

Continua a crescere lo stock di benzina

Ancora una volta, crescono le riserve di benzina negli Stati Uniti. Si sta viaggiando su valori record, con i mercati che anche nelle settimane scorse non si aspettavano degli aumenti così significativi. Questa volta l’aumento delle scorte è stato di 4.9 milioni di barili, con le scorte complessive che arrivano a toccare i 253 milioni di barili. Gli analisti si attendevano un incremento di 2.3 milioni di barili, meno della metà rispetto al dato reale. Le scorte di altri prodotti distillati del petrolio, che includono l’olio combustibile, il diesel e il cherosene, sono invece diminuite di 1.4 milioni di barili e si attestano ora a 133.3 milioni di barili in totale. Le due questioni che rimangono aperte per i mercati sono la sicurezza degli approvvigionamenti da una parte, con le rotte verso il canale di Suez messe in discussione dai ribelli Houthis, e la durata del freddo estremo che si sta abbattendo sugli USA.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *