PPI sotto le aspettative. Arrivano buone notizie da inflazione USA

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Quello che è uno dei più importanti indicatori dell’inflazione per Federal Reserve ha risposto in modo molto positivo. I dati sul PPI sono migliori delle più rosee aspettative di Washington e mostrano una crescita del livello medio dei prezzi ai produttori molto più basso di quello delle aspettative.

PPI Core allo 0,0% mese su mese, con aspettative che erano invece al +0,2%. Sempre in ambito Core, ottimo il dato anno su anno, che vedeva il consenso al +2,6% con il dato effettivo che ha invece riportato un ben più modesto +2,4%. Bene anche il PPI “classico”, con +0,1% su base mensile e +2,2% su base annua. A pesare un forte rallentamento – ed è quanto farà molto piacere dalle parti di Federal Reserve un rallentamento importante anche per quanto riguarda la crescita dei prezzi dei servizi, crescita che era ed è la maggiore preoccupazione ad oggi di Jerome Powell.

Si attende reazione dei mercati

I mercati che sono già operativi, come quelli delle criptovalute, hanno già risposto in modo positivo, con un piccolo recupero dopo una giornata molto fiacca in apertura delle borse europee. La lettura del dato dovrebbe rinforzare le opinioni di chi ritiene possibili anche tagli per 50 punti base già il 18 settembre prossimo, quando si riunirà di nuovo il FOMC, che decide appunto le politiche monetarie negli Stati Uniti.

Prima però di ritenere come portati a casa i 50 bps di tagli, si dovranno attendere tanti altri dati, a partire da quelli sull’inflazione classica che arriveranno il 14 agosto alle 14:30 ora italiana.

Dati che saranno parimenti importanti e che a questo punto si aspettano su livelli certamente più bassi. Vedremo se avrà ragione il consenso che si è formato fino a oggi o se ci sarà un più deciso avvicinamento al target del 2%.

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