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BMW: picco raggiunto per motore termico. Obiettivo 33% EV per 2026

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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È un buon momento per il settore delle auto elettriche – come confermato dai dati arrivati recentemente dalla Cina – e come ripreso poche ore fa anche dal CEO di BMW, Walter Mertl, che ha dichiarato che per il gruppo che dirige il picco per i motori termici è già alle spalle e che la maggior parte dell’aumento delle vendite per il brand che guida arrivano già dal settore EV. Un settore EV che appare giorno dopo giorno sempre più cruciale per i destini del settore auto.

Ci sarà un ulteriore plateau per le vendite delle auto con motore tradizionale, dice il potente CTO, per poi arrivare invece a un inizio del calo di vendite anche in senso assoluto, per quello che sarà un futuro dell’auto a trazione principalmente elettrica. Una questione però, è questo quanto ricorda lo stesso Mertl, non è necessariamente frutto delle preferenze dei clienti, ma anche delle regolamentazioni ambientali che avranno un impatto significativo sulle vendite delle auto che utilizzano combustibili fossili.

Futuro Elettrico BMW
Per BMW il futuro è nell’elettrico

Produttori sotto pressione per accelerare sulle EV

Il tempo corre: sono in arrivo in Europa, negli USA e in Cina normative che renderanno sempre più difficile per il grande pubblico accedere a vetture con motore termico. E queste nuove normative renderanno molto più interessanti per gli investitori quei brand che sono ragionevolmente messi bene nella corsa alla produzione di vetture elettriche. Se produttori come BYD sembrano essere imprendibili, è altrettanto vero che secondo gli analisti il gap potrà essere recuperato, almeno guardando a quei comparti del settore auto che possono generare ancora profitti per i produttori.

È il caso del brand BMW, che produce vetture su fasce di prezzo elevate e che può vantare anche una clientela fedele, appassionata del suo marchio e che ha maggiori disponibilità economiche. Per il gruppo, nel 2023 il 15% delle vendite sono state di veicoli elettrici, con gli obiettivi per il 2026 che sono di portare lo share delle vetture elettriche ad almeno il 33%. Un obiettivo ambizioso e necessario dati i cambiamenti anche a livello legislativo che i grandi marchi del comparto auto si aspettano in tutti i principali mercati. Quello di BMW, almeno per il momento, sembrerebbe essere dunque un risultato interessante, così come per gli investitori sarà interessante la proiezione di passare nel giro di 2 anni ad un nuovo veicolo su tre elettrico.

Non senza qualche difficoltà tecnica: secondo quanto è stato riportato dallo stesso Mertl, ci sarà da valutare il costo dell’introduzione di nuove tecnologie per le batterie, nuove tecnologie che sono ritenute necessarie per rendere le EV appetibili al grande pubblico.

Brand tedesco 2026 BMW EV
2026 data clou per il brand tedesco

Sull’elettrico si gioca anche un’importante partita politica

Sull’elettrico si sta anche giocando un’importante partita politica. UE e USA giocano in difesa dei propri produttori e dei propri mercati nei confronti delle aggressive politiche di prezzo dei brand cinesi, la cui enorme diffusione rischia di confermare quanto in molti temevano già tempo fa, ovvero che la spinta legislativa per l’elettrico sarebbe stata un enorme regalo per l’industria automobilistica cinese.

Parliamo tuttavia di un mercato che già in passato è stato tra quelli maggiormente colpiti da norme di carattere protezionistico e da regole di indirizzo che hanno tutelato i produttori locali di ciascuna legislazione, pur non sempre riuscendoci.

Lo sprint di BMW nel settore è un buon segnale per il settore auto europeo, al centro di grandi movimenti nel corso degli ultimi anni – comprese fusioni di enorme portata – e che ora dovrà mostrarsi pronto a giocarsela in un settore dove appare comunque tecnologicamente in ritardo.

Il 2024 sarà un anno certamente importante per capire che indirizzo prenderà il mercato e quanto potranno essere della partita i brand storici del settore auto come BMW.

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