L’inflazione accelera in Europa. Mercato preoccupato per i tassi

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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In maniera inaspettata l’inflazione, nella Zona Euro, è aumentata a luglio. Secondo la stima preliminare diffusa da Eurostat, la crescita dei prezzi nei 20 paesi che utilizzano l’euro è accelerata al 2,6%, contro il 2,5% di giugno. Inflazione, quindi è in crescita, nonostante l’indicatore della crescita dei prezzi nel settore dei servizi abbia registrato un rallentamento.

I dati sull’andamento dell’inflazione, ad ogni modo, non sembrano aver fatto traballare le aspettative del mercato, che spera che la Banca Centrale Europea possa tagliare i tassi di interessa a settembre. Hanno, comunque, rafforzato le preoccupazioni relative ad un ultimo miglio difficile per il raggiungimento degli obiettivi che si è posta per ridurre e contenere il costo della vita.

L’inflazione accelera in Europa

L’inflazione ha ripreso a correre, anche se uno degli indicatori chiave della crescita dei prezzi – il quale esclude energia, cibo, alcol e tabacco – non è riuscito a mostrare il calo previsto e si è fermato su un 2,9%.

Fabio Balboni, economista presso HSBC, spiega che è un momento difficile per la Bce. La disinflazione sul lato dei beni sta giungendo al termine e l’inflazione dei servizi rimane elevata.

Kyle Chapman, analista dei mercati dei cambi presso Ballinger Group, si aspetta ancora un secondo taglio dei tassi a settembre. Chapman non crede che sia importante che dovessero giungere dei dati più forti del previsto.

Ad ogni modo è importante segnalare che nella Zona Euro l’inflazione è diminuita notevolmente, dopo aver toccato doppie cifre alla fine del 2022. In quel momento, però, era sostenuta dalla riapertura dell’economia, che è avvenuta in maniera più rapida del previsto dopo lo stop causato dal Covid 19. Oltre che dagli aumenti del prezzo del carburante, determinato dallo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina.

Nel corso degli ultimi mesi questo progresso ha subito una battuta d’arresto. I prezzi nel settore dei servizi hanno ricevuto un impulso dall’aumento degli stipendi.

Secondo Ulrike Kastens, European Economist DWS, i dati odierni suggeriscono che il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 2% potrebbe non essere così rapido. L’elevata componente salariale nei servizi indica il persistere di una pressione inflazionistica relativamente elevata. Ulrike Kastens prevede un andamento laterale dell’inflazione complessiva nei prossimi mesi.

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