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Nike crolla in Borsa dopo aver ritirato il suo obiettivo di fatturato annuale

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Le azioni Nike hanno registrato un crollo del 6% nelle contrattazioni pre-mercato. A condizionare l’andamento del titolo in Borsa è stata la decisione della società di ritirare il suo obiettivo di fatturato annuale. Gli investitori, a questo punto, non sarebbero sicuri delle tempistiche entro le quali Nike può invertire la tendenza. Ricordiamo che proprio in questi giorni è stato nominato il nuovo Ceo, Elliott Hill, che dovrebbe risollevare le sorti dell’azienda.

Nike, inoltre, ha deciso di posticipare l’Investor Day. Il Cfo Matthew Friend ha spiegato che il ritiro delle previsioni avrebbe permesso di dare a Hill una maggiore flessibilità per valutare le strategie da adottare e analizzare le tendenze aziendali di Nike.

Nike crolla in Borsa

Il crollo delle azioni Nike in Borsa è finito immediatamente sotto la lente d’ingrandimento degli esperti. Jessica Ramirez, analista senior presso Jane Hali & Associates, ritiene che la rapidità attraverso la quale sarà possibile verificare un’inversione di tendenza sia ancora un mistero. Per il momento Ramirez non è in grado di prevedere delle tempistiche precise o comprendere come possa riservare il futuro.

A settembre Nike ha nominato Elliott Hill nuovo Ceo, andando a sostituire John Donahoe, sotto la cui guida l’azienda ha iniziato a perdere terreno nei confronti della concorrenza come On Holding e Hoka, che invece hanno iniziato a conquistare quote di mercato. Soprattutto nella categoria delle scarpe da running innovative e ad alta prestazione.

Il 14 ottobre Hill dovrebbe assumere ufficialmente l’incarico. Prima dell’annuncio del rinvio, gli investitori avevano riposto le loro speranze proprio nell’Investor Day di novembre per riuscire ad avere maggiore chiarezza su quelle che dovrebbero essere le prossime mosse di Nike.

Jay Woods, responsabile della strategia globale presso la società di investment banking Freedom Capital Markets, ha affermato che, mentre ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno, Nike ha deciso di lasciare gli investitori con molte più domande che risposte.

Martedì, la società madre delle sneaker Air Jordan ha dichiarato di aver dovuto offrire promozioni più consistenti per incrementare le vendite nel trimestre e ha segnalato anche un trimestre natalizio più debole.

Gli analisti di Bernstein Societe Generale, in una nota, hanno scritto che Nike è sprofondata nell’abisso della ripresa. I primi segnali di ripresa del mercato sembrano positivi, ma non possono ancora tradursi in numeri concreti, mentre le azioni di ribasso continuano a far calare le vendite e i margini.

Il rapporto prezzo/utile prospettico di Nike per i prossimi 12 mesi, un parametro di riferimento comune per la valutazione delle azioni, è stato pari a 27,98, rispetto a 27,08 per Deckers e 35,14 per Adidas.

L’impatto di Nike su JD Sports Fashions

Il rivenditore britannico di abbigliamento sportivo JD Sports Fashion, invece, è fiduciosa di riuscire a rispettare le previsioni di profitto annuali dopo che la sua strategia multimarca ha incrementato i risultati semestrali, nonostante Nike, che rappresenta il 45% delle sue vendite, sia in difficoltà.

JD – quotata al FTSE 100 e che vende anche Adidas, On, Hoka e altri marchi in Gran Bretagna, Europa e Stati Uniti – ha dichiarato mercoledì che i suoi piani di crescita erano sulla buona strada, nonostante quello che ha definito un mercato competitivo e promozionale.

Le preoccupazioni per Nike hanno colpito le azioni di JD Sports ad inizio giornata. Sono, infatti, scese del 3% a 145 penny e hanno perso circa il 10% del loro valore nell’anno in corso.

In una nota gli analisti di Investec prevedono che le preoccupazioni sulla crescita a breve termine dovute alla volatilità della domanda e alla sottoperformance di Nike continueranno a pesare sulla valutazione di JD.

Il più grande concorrente di Nike, il marchio tedesco di abbigliamento sportivo Adidas, ha guadagnato popolarità con le sue sneaker Samba e Gazelle, mentre i rivali più agili Hoka stanno conquistando quote di mercato. Regis Schultz, amministratore delegato di JD, ha affermato che queste etichette hanno contribuito a far sì che l’azienda superasse il mercato.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengohttps://www.pierpaolomolinengo.com/
Laureato in materie letterarie e giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002 [Link di verifica iscrizione all'Albo]. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin da subito, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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