L’Ue approva i dazi sulle auto elettriche cinesi: potranno arrivare al 45%

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L'Ue approva i dazi sulle auto elettriche cinesi: potranno arrivare al 45%
L'Ue approva i dazi sulle auto elettriche cinesi: potranno arrivare al 45%

L’Unione europea applicherà i dazi aggiuntivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi come risposta ai maxi sussidi che Pechino elargisce alle proprie imprese. Le tariffe elevate verranno applicate anche se l’economia più grande dell’Ue – la Germania – ha deciso di votare contro.

I dazi, che vengono applicati sui veicoli elettrici costruiti in Cina, possono arrivare fino al 45%. Le maggiori imposte determinano un costo per le case automobilistiche pari ad alcuni miliardi di dollari per poter immettere i propri veicoli nel mercato europeo, e dovrebbero essere imposti a partire dal mese di novembre. Dureranno per cinque anni.

La Commissione, che supervisiona la politica commerciale dell’Unione, ha spiegato che i dazi vengono applicati perché sarebbero stati rilevati dei veri e propri sussidi che la Cina avrebbe erogato ingiustamente alle industrie del settore. Una presa di posizione che sarebbe arrivata dopo un’indagine anti-sovvenzioni durata un anno.

Dazi il possibile compromesso

Un possibile compromesso potrebbe essere quello di stabilire prezzi minimi di vendita.

In una votazione decisiva che si è tenuta oggi 4 ottobre 2024, dieci membri dell’Ue hanno sostenuto i dazi, cinque hanno votato contro e dodici si sono astenuti. Ci sarebbe voluta l’opposizione di una maggioranza qualificata di 15 membri dell’UE, che rappresentano il 65% della popolazione dell’UE, per bloccare la proposta. 

La Germania, la più grande economia della regione e il più grande produttore di automobili, ha votato contro la proposta.

L’esecutivo dell’UE ha affermato di aver ottenuto il sostegno necessario per adottare i dazi, anche se continuerà i colloqui con Pechino per trovare una soluzione alternativa.

Noah Barkin, consulente senior di Rhodium Group, ha affermato che si tratta di una grande vittoria per la Commissione, dopo le forti pressioni di Germania e Cina. L’accordo ha rafforzato la posizione di Bruxelles nei negoziati, sebbene le possibilità di raggiungere un compromesso con Pechino siano scarse.

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