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L’Italia avrà due nuovi grandi progetti di idrogeno verde

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Mentre si chiude il sipario sul COP 28 senza una bozza di accordo finale, in Italia le società private vanno avanti da sole con i loro investimenti sulla sostenibilità. Oggi sono stati annunciati due grandi progetti legati all’idrogeno verde: uno da parte di Hera e Snam, l’altro da parte della divisione italiana della società francese Engie. Entrambe le iniziative puntano a ottenere finanziamenti per una larga parte del capitale necessario, grazie al piano di recupero post-pandemia introdotto dall’Unione Europea. Dopo che ci sono già stati grandi passi in avanti in Portogallo nella direzione dell’idrogeno sostenibile, finalmente arriva anche la notizia di un grande progetto che vedrà come protagonista il nostro Paese.

L’idrogeno verde è una tecnologia su cui l’Italia sta puntando molto, anche da un punto di vista delle regolamentazioni. Considerando il vuoto di mercato lasciato dal gas russo, l’idrogeno verde è l’unica tecnologia che promette a un territorio con pochi combustibili fossili come l’Italia di puntare a sostituire il gas naturale e ottenere l’indipendenza energetica. Il tutto con zero impatto sull’ambiente, dal momento che questo idrogeno viene prodotto senza alcuna emissione inquinante all’interno dell’atmosfera.

presentazione della notizia sui due nuovi progetti di idrogeno verde in Europa

Attese per un intervento favorevole del governo

Malgrado Hera, Snam e Engie siano già disposte a mettere grandi capitali sul tavolo per sviluppare il loro nuovo progetto di idrogeno verde, lo stesso CEO di Hera Orazio Iacono fa sapere che attualmente si tratta di una tecnologia poco competitiva. Iacono lo ha dichiarato apertamente, indicando che si aspetta un prezzo di 5€ al chilo nel caso in cui il governo approvi delle misure per ridurre i costi. Questo malgrado gli incentivi già presenti per quanto riguarda l’investimento in conto capitale, dove appunto si può già beneficiare dei fondi messi a disposizione dal piano di recupero europeo post-pandemia.

Hera e Snam si aspettano che possano arrivare ulteriori agevolazioni, magari simili a quelle statunitensi dove viene offerto un incentivo fisso per chilo di idrogeno prodotto. Le due società hanno stretto a Modena il loro accordo, vicino a dove dovrebbe sorgere il nuovo centro di produzione, per un investimento di poco superiore a 20 milioni di euro. L’obiettivo è realizzare un nuovo grande campo fotovoltaico che alimenterà gli elettrolizzatori impiegati per la produzione di idrogeno verde. Secondo le previsioni fatte da Hera e Snam, dovrebbe essere possibile arrivare a produrre addirittura 400 tonnellate di idrogeno verde all’anno. Già diverse società vicine a Modena sarebbero pronte ad acquistare l’idrogeno verde che verrà prodotto.

foto di un impianto per la produzione di idrogeno verde

Un inizio, ma lontano dagli Stati Uniti

Il piano europeo per l’idrogeno verde sta prendendo forma, anche grazie al contributo italiano. Snam ha già deciso di investire su un piano a lungo termine da €1 miliardo, che dovrebbe arrivare a costruire un asse tra Italia e Africa per condividere le risorse con cui creare un corridoio dell’idrogeno verde nell’Europa del Sud. Questo è senz’altro un progetto promettente per il paese, ma ci sono ancora delle differenze evidenti tra quello che si sta facendo in Europa e quello che si sta facendo negli Stati Uniti.

Negli USA, entro la fine dell’anno verranno definiti i dettagli finali del piano di sostegno della Casa Bianca per l’idrogeno verde. Si tratterà di una maxi-manovra per intervenire direttamente sui costi sostenuti dai produttori, fornendo un incentivo di 3$ al chilo a tutte le società che producono idrogeno verde. Con un incentivo di questa portata, essenzialmente l’idrogeno verde americano sarà già competitivo con il gas naturale per gran parte delle possibili applicazioni. L’unica conseguenza logica è che nel tempo si continuerà allargare la differenza tra il livello di investimenti e tecnologia sviluppata in America e quello delle imprese europee.

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