USA: arriva ban per hardware e software cinese nel mondo dell’auto

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti presenterà lunedì – secondo quanto è stato riportato da un’esclusiva di Reuters – una richiesta di ban per il software e l’hardware Made in China da utilizzarsi per i veicoli connessi a internet e/o a guida autonoma. A motivare la richiesta ci sarebbero preoccupazioni che riguardano la sicurezza nazionale, secondo quanto le fonti che sono state indicate dall’agenzia.

Si tratta di una questione più politica che commerciale, che ricalca vecchi attriti e vecchi ban che colpirono qualche tempo fa ad esempio Huawei. Si tratterebbe, dato l’incombere delle elezioni, di uno degli ultimi atti dell’amministrazione Biden. La mossa finirebbe per proibire, se dovesse venire accolta nella forma che si è discussa fino a oggi, l’importazione di veicoli cinesi che hanno sistemi di comunicazione da remoto o che sono a guida autonoma. La decisione non è stata ancora ufficializzata e non è chiaro se potrebbero intervenire delle modifiche. Dal 27 settembre inoltre saranno operativi i nuovi dazi su diversi prodotti cinesi, all’interno di una più ampia guerra commerciale che si sta intensificando ulteriormente proprio nella fase finale del ciclo di presidenza di Joe Biden.

Preoccupazioni per la sicurezza nazionale

Dietro la proposta di ban ci sarebbero preoccupazioni concrete sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, alle quali già lo scorso maggio aveva dato voce Gina Raimondo del Dipartimento del Commercio.

Ai tempi furono indicate in pubblico le possibilità che tali software venissero disattivati da remoto, causando incidenti o rendendo una parte del parco auto utilizzato negli Stati Uniti. Le indagini da parte del governo sono state ordinate da Joe Biden già a febbraio.

Ora ci saranno, dopo la presentazione, 30 giorni di apertura ad eventuali commenti, successivamente ai quali la misura dovrebbe diventare operativa. La decisione riguarderebbe tra le altre cose tutti i veicoli di ultima generazione, perché con connected si intenderà qualunque tipo di veicolo in grado di connettersi a internet.

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