Tim abbandona completamente il business delle torri. L’ex monopolista, infatti, ha annunciato di aver ceduto la propria quota in Inwit ad Impulse I (un consorzio guidato da Ardian) e Daphne 3.
Volendo entrare un po’ più nel dettaglio l’operazione ha avuto come oggetto la fetta del 10% che Tim deteneva nel capitale sociale della holding Daphne 3, la quale è in possesso del 29,9% del capitale sociale di Inwit: complessivamente l’operazione ha un valore pari a 250 milioni di euro. La chiusura della transazione è prevista per il quarto trimestre.
Nella nota diffusa da Tim si legge che l’accordo si basa su una valutazione delle azioni Inwit pari a 10,43 euro. Complessivamente, l’ex monopolista, sarà in grado di portare a casa un incasso aggiuntivo rispetto alla guidance 2025 di circa 250 milioni di euro. L’operazione tiene conto del livello di indebitamento netto esistente a livello di Daphne 3.
Tim, sotto i riflettori degli analisti
Soffermandosi un attimo sul titolo Tim, è necessario segnalare che da inizio anno ha registrato un ribasso del 24%. Il consensus degli analisti su Bloomberg ha visto il 66,7% dei giudizi buy e il 27,8% di hold. Solo e soltanto un analista ha dato un’indicazione sell. Stando al consensus raccolto da Blomberg, per Tim è indicato un target price a 0,31 euro, con un potenziale upside del 41%.
Secondo Intermonte, invece, con questa operazione Tim esce completamente dall’investimento in Inwit. Anche se rimane un anchor tenant vincolato con un contratto Msa della durata di 8+8 anni. Ogni anno l’ex monopolista dovrà versare 400 milioni di euro.
Il riassetto di Daphne 3 – che al momento è completamente controllata da Ardian – non comporta degli obblighi di opa sul resto del capitale di Inwit (siamo sotto la soglia del 30% del capitale. Intermonte, inoltre, non vede dele possibili accelerazioni nel breve termine per un’operazione di delisting di Inwit.