Biden abbassa i criteri sull’efficienza dei veicoli a motore termico: vince la lobby dell’automobilismo

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Oggi l’amministrazione federale degli Stati Uniti ha approvato le nuove regole sull’efficienza dei veicoli a diesel e benzina, dopo una lunghissima negoziazione che ha visto coinvolte diverse parti: da un lato le associazioni dei produttori, dall’altra gli esperti dell’industria e gli esperti di sostenibilità. Alla fine la lobby dell’automobilismo ha portato a casa una vittoria importante: le normative che sono state approvate alla fine del processo sono significativamente meno stringenti rispetto a quelle proposte all’inizio. Questo sembra essere in parte il risultato dei recenti sondaggi, che indicano un calo dell’interesse per gli EVs, e in parte del fatto che adattarsi alle nuove regole prevede costi altissimi per le case automobilistiche.

Il settore automotive americano in questo momento si ritrova già alle prese con un problema notevole, cioè il fatto che il futuro è destinato a essere elettrico ma i produttori locali non sono competitivi con le imprese cinesi. Con BYD, Haval e ora anche Xiaomi che battono Tesla sia in termini di qualità che di prezzo, l’unica difesa possibile per gli americani è stata introdurre dei dazi del 100% sulle importazioni di auto elettriche cinesi. Questo significa che al momento non si può pensare di far spendere alle case automobilistiche delle cifre eccessive per migliorare l’efficienza dei motori termici, altrimenti il gap con gli specialisti degli EVs in Cina non farà altro che aumentare.

presentazione della notizia su USA che abbassano i limiti sulle emissioni di CO2 dei veicoli a motore termico
Circa il 22% delle emissioni di gas serra americane provengono dai motori termici delle auto

Vittoria per le case automobilistiche

In questo momento le regole statunitensi prevedono che tutti i veicoli nuovi debbano avere la capacità di percorrere 39,1 miglia per gallone di benzina, cioè almeno 16,5 km per litro. Per il 2026 era già previsto che questo limite passasse a 49 miglia per gallone, cioè 20,8 km per litro. A fronte di questi incrementi graduali, lo scorso anno era stato proposto di far passare il limite a 24,6 km con un litro di benzina a partire dal 2031. Per le case automobilistiche, però, è iniziata una battaglia -che oggi si può dichiarare vinta- per evitare dei limiti così alti che avrebbero richiesto investimenti estremamente alti.

Alla fine si è deciso di far passare il limite a 21,6 km per litro a partire dal 2031, lasciandolo essenzialmente invariato rispetto a dove si troverà già negli anni precedenti. Questo dovrebbe essere sufficiente per garantire che l’attenzione possa spostarsi esclusivamente sui veicoli elettrici, lasciando che gli investimenti si muovano verso le batterie e le stazioni di ricarica. Anche con questi limiti più bassi, comunque, quello che le case automobilistiche dovranno fare rimane un passo molto grande: si parla di $14 miliardi per garantire gli investimenti in ricerca e sviluppo necessari a migliorare l’efficienza dei veicoli a motore termico.

foto di auto al semaforo
Ogni anno le auto negli Stati Uniti immettono 370 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera

Impossibile fare tutti contenti

La decisione ha immediatamente sollevato le critiche delle associazioni ambientaliste, che si aspettavano di vedere dei passi avanti più grandi verso la sostenibilità. Per accontentare le case automobilistiche, Biden ha dovuto fare un passo indietro di fronte alle persone più attente alla sostenibilità su cui teoricamente il presidente fa affidamento per le prossime elezioni. Questo non soltanto per aver abbassato i limiti sull’efficienza rispetto a quanto inizialmente previsto, ma anche per aver stabilito delle sanzioni molto basse nel caso in cui questi non dovessero essere rispettati. Dall’altra parte, la possibilità che le case automobilistiche si trovassero a minacciare licenziamenti e scioperi -dopo tutti i casi complicati dello scorso anno- era semplicemente troppo rischiosa.

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