Oro: è ancora record. XAU sopra i 2.600$, ora le risposte dagli USA

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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È nuovo record per l’oro, che supera ampiamente quota 2.600$ l’oncia, in seguito alle notizie che arrivano dal Giappone e che non hanno in realtà sconvolto granché i mercati. Durante tutta la sessione europea l’oro ha continuato a guadagnare e viene scambiato, poco prima dell’avvio delle trattative negli USA, ampiamente sopra quota 2.600$, confermando un 2024 straordinario per il porto sicuro di riferimento.

Un 2024 che è stato scandito da inflazione elevata, problemi geopolitici che si credevano risolti e più in generale da tensioni sui mercati finanziari che continuano a montare, nonostante si sia arrivati al record di S&P 500 praticamente in simultanea. Sul tema è intervenuto recentemente anche Michael Hartnett di Bank of America, che ha rinnovato il suo invito a guardare in direzione dei bond e soprattutto dell’oro, a fronte di una reazione dei mercati al taglio da 50 punti base di Federal Reserve che potrebbe aver gonfiato ancora di più un mercato azionario che in diversi tra gli analisti ritengono essere una possibile bolla.

Il taglio ai tassi non arresta la corsa dell’oro

Il fatto forse più singolare è che il taglio che è piaciuto ai mercati risk on non ha comunque ridotto l’attrattiva dell’oro, che durante la fine della sessione asiatica e la prima parte della sessione europea ha continuato ad accumulare gain, attestandosi intorno a quota 2.620$ poco prima dell’avvio della sessione di scambi a Wall Street. Una corsa che probabilmente in pochi erano stati in grado di prevedere e che ha colto di sorpresa anche gli shorter che ritenevano che la corsa dell’oro potesse arrestarsi.

Una credenza che aveva fondamenti relativamente solidi, in particolare nella reazione spumeggiante di tutte le piazze finanziarie risk on, dalle azioni americane a quelle giapponesi, passando anche per le piazze europee e per quelle delle criptovalute.

  • Il rischio bolla

Una delle possibili spiegazioni è stata data da Michael Hartnett di BOfA, che ha indicato la possibilità di un’ulteriore espansione della bolla che sta accompagnando gli indici azionari verso nuovi massimi. Per gli asset risk on non sarebbero possibili delle condizioni migliori di quelle attuali, cosa che dovrebbe cercare di ridirigere i più verso strumenti più solidi e anti-crisi come bond e appunto oro.

Il *sentiment+ degli investitori, in relazione agli asset di rischio, è inoltre ai massimi storici, data anche la convinzione con la quale Jerome Powell è apparso in pubblico a giustificare una decisione che in molti ritenevano come emergenziale.

Ora parola alla sessione USA

Alla riapertura delle borse USA sarà maggiormente chiara la direzione che potrebbe prendere il mercato dell’oro. Ovvero se verso nuovi massimi, verso un top locale o verso la stabilizzazione dei gain ottenuti nel 2024.

Tutto questo al netto delle possibili evoluzioni geopolitiche, che sono ad un punto di svolta sia per quanto riguarda la Russia in Ucraina, sia per quanto riguarda invece la guerra nella Striscia di Gaza. Ulteriori tensioni potrebbero favorire ulteriormente una corsa dell’oro che, per il 2024, appare davvero come irresistibile. Anche a fronte di asset storicamente più performanti sul breve.

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